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E' L'ORA DELLE PAGELLE
di Gabriele Gentili
La stagione del ciclocross è andata in archivio ed è quindi tempo di pagelle, per riassumere i verdetti di un’annata che, forse proprio a causa delle difficoltà legate alla pandemia che hanno arrestato molti sport, ha visto l’attività segnare un balzo nell’attenzione generale.

MATHIEU VAN DER POEL: 9
La riconferma del titolo mondiale è la perla di una stagione vissuta sempre all’avanguardia, ma senza ossessionarsi nella ricerca di trofei. L’attività su strada e Mtb è diventata preminente e l’olandese seleziona le sue apparizioni nel ciclocross per ottenere il massimo spendendo meno possibile. Un grande lancio verso l’obiettivo olimpico nel fuoristrada.

WOUT VAN AERT: 6
Una sufficienza striminzita per l’altro grande interprete, che segue la stessa filosofia di VDP pensando soprattutto alle classiche su strada. Ha portato a casa la Coppa del Mondo, è vero, ma ha fallito il Mondiale di casa finendo sopraffatto soprattutto tecnicamente dal grande avversario, pur su un percorso che doveva favorirlo.

THOMAS PIDCOCK: 7
E’ vero, il britannico si è ritrovato alla fine con un pugno di mosche in mano, però ha dimostrato di essere forse l’unico in grado di poter controbattere i due primattori. Il suo fisico minuto è un vantaggio e un danno a seconda dei percorsi affrontati, ma in più occasioni ha dato prova di poter scrivere pagine importanti, già nella stagione del suo esordio fra i pro.

ELI ISERBYT: 6
Un titolo europeo e il successo nell’X2O Badkamers Trofée non bastano a dare al “folletto belga” un voto più alto, né è un’attenuante sufficiente il brutto infortunio riportato in gara a Capodanno, che faceva temere un prematuro arresto della stagione. Iserbyt non ha mai dato l’impressione di quel salto di qualità atteso, i big sono una spanna più in alto.

TOON AERTS: 8
Quando serve, c’è sempre. Il Superprestige e il bronzo mondiale coronano una stagione che era iniziata in maniera difficile, con la forma che sembrava non arrivare, ma che ha avuto il suo picco proprio quando serviva, a gennaio. Nella pletora di specialisti belgi, Aerts è il più affidabile, forse il migliore fra gli “umani”.

GIOELE BERTOLINI e JAKOB DORIGONI: 6
Accomuniamo i due migliori interpreti italiani con un voto soprattutto di sprone: la differenza con l’elite estera è abissale, ma molto ha pesato anche la mancanza di confronti internazionali, anche se resta la sensazione di un’attività vista solo in prospettiva della Mtb, quando invece dovrebbe essere considerata propedeutica sì, ma allo stesso livello.

LUCINDA BRAND (nella foto della homepage): 10
La perfezione per l’olandese, prima donna in grado di conquistare il Grande Slam (titolo mondiale e i tre principali circuiti), raschiando dal fondo del barile tutte le energie per completare l’opera dopo due mesi di successi fra dicembre e gennaio. Per lei, stradista di grido, il ciclocross è ormai l’obiettivo principale, anche se non ci stupiremmo di vederla protagonista in qualche classica.

CEYLIN DEL CARMEN ALVARADO: 5
Tante vittorie che, dopo il podio iridato nella Mtb, ne facevano la logica favorita dei Mondiali, dove invece una caduta in avvio l’ha estromessa dai giochi soprattutto mentalmente. Il suo talento è indiscusso, ma dimostra di non avere ancora acquisito la giusta quadratura psicologica per dominare il campo come potrebbe. Il tempo però è dalla sua.

KATA BLANKA VAS: 8
Attenzione alla giovanissima ungherese, che dopo il podio iridato nella Mtb ne ha conseguito un altro nel ciclocross, sempre fra le Under 23. La magiara, autentico fiore nel deserto considerata la tradizione ciclistica del suo Paese, ha grande talento che potrebbe protrarre i suoi successi anche nella mountain bike, non ci stupiremmo di vederla protagonista ai prossimi Giochi Olimpici.

FRANCESCA BARONI: 8
La protagonista indiscussa della stagione italiana è la giovanissima toscana, capace di arrivare quinta ai Mondiali U23 dimostrando di non essere lontana dalle migliori olandesi. Ora punterà alla strada anche se potrebbe avere un radioso futuro nella Mtb, ma per lei il ciclocross resta la prima passione e su di lei si può investire per vederla presto lottare con le grani.
Credito foto homepage: cyclingnews.com
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7