|
E’ stato il Tricolore delle sorprese, quello di Lecce, dove le maglie di campioni delle categorie Elite hanno cambiato padrone e quelle delle principali prove giovanili hanno confermato una gerarchia emersa solo nel nuovo anno. Lecce ha ospitato un’edizione strana della rassegna, priva di pubblico come ogni evento sportivo nell’era Covid, ma rivelatasi estremamente interessante e resa più difficile dalla pioggia, vera protagonista del weekend anche senza infrangersi direttamente sui corridori, ma rendendo i percorsi molto pesanti.
Cambio della guardia ai vertici maschili: il protagonista assoluto della stagione e vincitore del Giro d’Italia, Jakob Dorigoni (Selle Italia Guerciotti Elite) ha dovuto cedere il passo alla piena ripresa di Gioele Bertolini (Esercito), tornato ai suoi livelli dopo una stagione da dimenticare. Il tracciato reso impervio dal fango ha premiato le qualità di guida del Bullo, dimostratosi più reattivo sulle curve: Dorigoni, attardato da una scivolata, è sempre rimasto a tiro, ma non è mai riuscito ad annullare quei 10 secondi di margine a favore del rivale, avrebbe dovuto confidare in un errore di guida di Bertolini che non è mai arrivato. Gli altri, a cominciare da Cristian Cominelli (Scott) sono arrivati a oltre un minuto. Tra loro anche Fabio Aru (Qhubeka Assos), che ha chiuso con un buon 10° posto la sua campagna invernale, prima di dedicarsi alla strada alla ricerca del tempo perduto.
Sorpresa anche fra le donne dove tutti si attendeva la 12esima sinfonia di Eva Lechner (Esercito) incappata invece in una giornata no, nella quale si è visto subito che la sua azione non era quella dei giorni migliori. Ne ha approfittato Alice Maria Arzuffi (Fiamme Oro), atleta che agisce normalmente in Belgio e che ha tenuto a bada Chiara Teocchi (Esercito) con la Lechner faticosamente risalita al terzo posto nel finale. Le ragazze hanno gareggiato unendo le categorie, con la prova Under 23 che ha confermato l’esito del Giro d’Italia con la doppietta della Selle OItalia Guerciotti Elite grazie alla tricolore Francesca Baroni e a Gaia Realini, mentre il titolo junior è andato alla figlia d’arte Lucia Bramati (Starcasino CX).
Bellissima battaglia nelle due categorie giovanili maschili: Filippo Fontana (Carabinieri), reduce dalla vittoria assoluta nella prova finale del Giro d’Italia davanti anche agli Elite, ha confermato il pronostico, ma ci sono volute le proverbiali sette camicie per avere ragione del campione uscente Marco Pavan (D’Amico Um Tools), finito a 9”, mentre fra gli junior è emerso Bryan Olivo (DP66 Giant SMP), che per la sua capacità di spaziare dal ciclocross alla pista, dalla strada alla Mtb è considerato il primo vero prototipo italiano del ciclista multidisciplinare contemporaneo. Il pupillo di Daniele Pontoni ha avuto ragione per 7” di Luca Paletti (Team Paletti) che in volata ha prevalso su Gabriel Fede (Selle Italia Guerciotti Elite) con l’atteso Lorenzo Masciarelli (Pauwels Sauzen), anche lui prevalentemente in attività in Belgio, solo quarto a 16”. La rassegna di Lecce ha confermato che il ciclocross italiano vive un momento piuttosto florido, ma che ai prossimi Mondiali di Ostenda deve assolutamente sperare che vengano ospitate anche le prove giovanili per poter aspirare a qualcosa di più che una degna presenza.
|