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MOLTA OLANDA
di Gabriele Gentili
Il ciclocross ha vissuto il suo weekend europeo in un contesto diverso dal solito. Si è gareggiato a S’Hertogenbosch, in Olanda, in un centro militare completamente privo di pubblico e quell’atmosfera silenziosa in una terra dove il ciclocross è una religione ha sicuramente lasciato un profondo solco nell’animo, l’ennesimo di una quotidianità completamente stravolta dalla pandemia. Dal punto di vista tecnico la rassegna ha offerto interessanti spunti di riflessione, anche se è innegabile come l’uscita dalla diarchia Belgio-Olanda sia ancora lontana nel tempo.

Gli arancioni hanno dominato tutte le prove (si gareggiava solo per Under 23 ed Elite) salvo la principale, quella assoluta maschile dove l’armata belga ha fatto il bello e il cattivo tempo anche se Lars Van Den Haar ha fatto il possibile per non far rimpiangere l’assenza del vincitutto Mathieu Van Der Poel, cogliendo alla fine un prezioso bronzo. Il titolo è andato al folletto Eli Iserbyt, ciclocrossista con una tecnica molto personale, forte a piedi e capace di continui rilanci dell’azione. Nel giorno della totale crisi del connazionale Toon Aerts, favorito della vigilia, Iserbyt ha confermato di essere un grande talento, anche se Van Der Poel e Van Aert, i due grandi della specialità ancora a riposo dopo le splendide imprese su strada, sembrano ancora superiori.

Per il resto la kermesse continentale ha mostrato come a livello femminile siano le olandesi a mantenere lo scettro: nella gara assoluta la Del Carmen Alvarado ha disposto delle avversarie grazie a una marcia in più nelle difficoltà artificiali (ostacoli e scalinate), fra le Under 23 la Pieterse non ha fatto minimamente rimpiangere la sua connazionale, in gara nella categoria più grande, avendo ragione nel finale dell’ungherese Vas. Da notare che sia Alvarado (nella foto della homepage) che Vas erano salite sul podio ai Mondiali U23 di Mtb a Leogang (AUT), confermando come il ciclismo contemporaneo viaggi sempre più all’insegna della multidisciplinarietà, un concetto che in Italia si fatica molto a concepire. Chi ha particolarmente colpito è stato l’under 23 Ryan Kap, che nella sua gara prima ha corso da vero regista della sua nazionale, spronando i compagni a seguirlo per completare un podio tutto arancione, poi ha rotto gli indugi andando a prendersi l’oro mentre dietro i compagni di squadra capitolavano di fronte alla forte coppia britannica formata da Mein e Mason.

Nel complesso la trasferta azzurra, vissuta con molti patemi d’animo visto il momento sanitario che sconsiglia viaggi, è andata come nelle previsioni, anzi i 6 piazzamenti nella Top 10 sono un buon segnale, soprattutto a livello giovanile. Se ci fosse stata una classifica a squadre, l’Italia sarebbe stata argento fra le Under 23 e bronzo fra i pari età, il che significa che abbiamo buone frecce al nostro arco per il futuro, sempreché questi talenti non vengano fagocitati dal ciclismo su strada.
CAMPIONATI EUROPEI
 
Uomini
 
Elite: 1 Eli Iserbyt (BEL) 1h04’28”, 2 Michael Vanthourenhout (BEL) a 16”, 3 Lars Van Der Haar (NED) a 22”.
Italiani: 13 Jakob Dorigoni a 2’05”, 21 Cristian Cominelli a 4’13”, 26 Antonio Folcarelli a 5’33”
 
U23: 1 Ryan Kamp (NED) 51’28”, 2 Thomas Mein (GBR) a 12”, 3 Cameron Mason (GBR) a 13”.
Italiani: 9 Filippo Fontana a 1’42”, 10 Davide Toneatti a 1’45”, 11 Federico Ceolin a 1’56”. 23 Marco Pavan a 3’14”, 28 Samuele Leone a 3’51”
 
Donne
 
Elite: 1 Ceylin Del Carmen Alvarado (NED) 40’45”, 2 Annemarie Worst (NED) s.t., 3 Lucinda Brand (NED) a 22”.
Italiane: 6 Eva Lechner a 1’18”, 11 Alice Maria Arzuffi a 2’08”
 
U23: 1 Puck Pieterse (NED) 40’56”, 2 Kata Blanca Vas (HUN) a 8”, 3 Manon Bakker (NED) a 10”.
Italiane: 7 Francesca Baroni a 52”, 8 Sara Casasola a 52”, 10 Gaia Realini a 1’31
Credito foto: Federciclismo
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7