Ci si sarebbe aspettati un ciclomercato piuttosto al ribasso, dopo una stagione così fuori dagli schemi come quella appena vissuta, invece i colpi a sensazione sono arrivati, la maggior parte dei quali a gare in corso. I temi emersi non sono pochi, il primo riguarda l’addio di Chris Froome alla Ineos, dopo un sodalizio lunghissimo che ha portato il britannico a collezionare successi in tutti e tre i grandi Giri. Qualcosa però si era rotto: strascichi della lunga lotta giudiziaria per difenderlo dalle accuse di doping? Forse, più probabile però il venir meno della fiducia nei suoi confronti dopo il terribile incidente del 2019, dal quale Froome ancora non sembra essersi ripreso. Il campione britannico passa all’Israel Start-Up Nation con la volontà di smentire i più scettici e giocarsi le sue carte con una squadra finalmente tutta ai suoi ordini, senza se e senza ma e intorno a lui i dirigenti del team hanno cercato di costruire una squadra all’altezza, prelevando corridori di valore come De Marchi e il canadese Woods, oltre allo stagionato sudafricano Impey. Froome sarà una variabile impazzita al prossimo Tour, meglio non sottovalutarlo…
Il suo trasferimento ha innescato una girandola di cambi: la Ineos ha lavorato per rafforzare un’intelaiatura all’altezza dei suoi capitani, in grado di gestire la corsa come accadeva fino a un paio d’anni fa con uno strapotere che la Jumbo-Visma le ha strappato nel 2020. Entrano in squadra un gregario preziosissimo in salita come il belga Laurens De Plus prelevato proprio dai rivali, poi l’australiano Porte terzo all’ultimo Tour, il più che promettente britannico Tom Pidcock e soprattutto l’altro britannico Adam Yates, che dopo più di una delusione da capitano prova a rilanciarsi in cerca di un nuovo ruolo, ma in casa Ineos bisogna ancora sciogliere le riserve sul vincitore del Giro Tao Geoghegan Hart, che deve firmare un rinnovo che tarda ad arrivare. Poche novità alla Jumbo-Visma, ma gli innesti dell’azzurro Affini e dell’olandese Oomen daranno qualcosa in più sia nelle cronosquadre che nella gestione in salita.
Due importanti approdi all’UAE Team Emirates della maglia gialla Pogacar: il polacco Rafal Majka potrebbe essere quella spalla esperta su cui contare in salita e che gli è molto mancata al Tour, mentre Matteo Trentin potrebbe avere quel supporto necessario per cercare grandi traguardi nelle classiche. Molti segnalano come principale trasferimento dell’anno quello del colombiano Miguel Angel Lopez alla Movistar: la squadra spagnola si dota di un leader per le corse a tappe, ma non sembra questa la soluzione per ritrovare una vena vincente perduta con la cessione dell’ecuadoriano Carapaz alla Ineos.
Un cenno finale riguarda l’autentica invasione di neopro bnelle squadre World Tour, ben 38. Fra loro anche i migliori prospetti italiani: Kevin Colleoni alla Mitchelton Scott, Giovanni Aleotti alla Bora Hansgrohe, Filippo Conca alla Lotto Soudal, Andrea Piccolo all’Astana non saranno solo studenti pronti a imparare, ma ragazzi vogliosi di mettersi in mostra e ritagliarsi uno spazio diverso da quello di un semplice gregariato. Certo, in una squadra italiana del World Tour sarebbe stato molto più facile…
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