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GRAN FONDO DEL SELVINO
di Lorenza Santi
C’era una volta la “Gran Fondo del Selvino”. Già dal nome si capisce che si disputava in provincia di Bergamo e che si caratterizzava, appunto, per la scalata del Selvino. Anzi, addirittura, la corsa partiva e arrivava nell’abitato stesso di Selvino, che, in quella occasione, veniva invaso da un folto gruppo di granfondisti. Oltre a dare il nome alla manifestazione, la salita del Selvino ne era anche un po’ croce e delizia. Delizia perché si tratta di un’ascesa sempre piacevole da pedalare: lunga, ma senza asprezze altimetriche e, soprattutto nella seconda parte, assai generosa dal punto di vista panoramico. La stessa strada, però, era anche croce per i granfondisti che, subito dopo la partenza, la dovevano affrontare puntando, però, verso il fondovalle ed esponendosi ai pericoli che immancabilmente sono in agguato quando una Gran Fondo parte in discesa. E, poi, croce anche perché, volenti o nolenti, l’arrivo della gara era posto a Selvino e, quindi, la salita verso il paese doveva necessariamente essere collocata alla fine di tutte le altre fatiche previste lungo il percorso. Ciononostante, mi pare di ricordare che la Gran Fondo, pur non avendo i numeri per uscire da un bacino di partecipazione piuttosto circoscritto, si sia sempre disputata con un lusinghiero apprezzamento da parte di chi la correva. A prescindere dal percorso e dalle sue difficoltà, personalmente, ho un ottimo ricordo del pasta-party: tra i più ricchi della mia esperienza granfondistica, oltre che ben collocato in un accogliente e tranquillo spazio verde. Nella seconda metà degli anni ’90 la “Gran Fondo del Selvino” conobbe il suo maggiore momento di espansione, trovando posto, tra l’altro, anche nel calendario di qualche circuito di una certa importanza. Poi, fu il declino. Forse per mancanza di un’adeguata struttura organizzativa, forse per la poca originalità di un percorso che si sovrapponeva troppo spesso a quello della ben più famosa “Gimondi”, forse per altri motivi, ma, di fatto, della “Gran Fondo del Selvino” non se ne seppe più niente.
Credito foto homepage: prenditempo.wordpress.com/salita-di-selvino/
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