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GRANFONDO SU STRADA: RIPARTIRE COME?
di Paolo Dossena
Con le sole cronoscalate a tempo?
 
La ripresa, per quanto lenta, è in atto. Iniziano a definirsi i calendari per la seconda parte del 2020, consci che per la loro effettiva attuazione servirà un sempre maggiore controllo della pandemia fino al suo effettivo quasi annullamento. Anche se pensare che il Covid-19 non sparirà nel corso del 2020, bisogna prendere atto che la vita deve continuare e riavvicinarsi per quanto possibile a quella che eravamo abituati fino a inizio anno.
 
La Federciclismo sta lavorando per farsi trovare pronta: “Non dobbiamo dare per perso il 2020 – ha dichiarato il presidente Renato Di Rocco nel corso di un primo meeting virtuale con il gruppo dei Tecnici Nazionali e dei collaboratori tecnici dei vari settori – dobbiamo fare il massimo possibile per ripartire non appena ce ne sarà data la possibilità, sviluppando nel frattempo protocolli di sicurezza per società e scuole di ciclismo, stilando un adeguato calendario di eventi, con cautela e attenzione agli aspetti sanitari”.
 
A proposito di eventi, quali potranno essere proposti agli amatori? La gran parte delle gran fondo è stata cancellata, almeno nella corposa porzione riguardante primavera e inizio estate, ma il calendario è ancora ricco. La FCI ha già detto che la speranza è ripartire ad agosto, in linea con il ciclismo professionistico. Già, ma come? Sarà possibile allestire gran fondo come eravamo abituati a vedere? Da questo punto di vista, quantomeno nel breve termine non c’è da essere molto ottimisti fermo restando che il primo dettame che ogni gara (ma meglio sarebbe dire ogni disciplina sportiva) deve ottemperare è quello del distanziamento sociale e anche riducendo le partenze in griglie, annullando alcuni servizi come la consegna diretta dei numeri di gara, delle docce o anche la consegna dei ristori a sacchetto da consumare a parte, ciò non basterebbe.
 
Nella sua evoluzione il ciclismo ha però in sé anche formule che possono essere al passo con il momento che stiamo vivendo. Per esempio le formule con le cronoscalate e partenza alla francese possono essere una valida alternativa in questa parentesi temporale che si spera sia breve. E’ chiaro che vanno previste prove dallo sviluppo chilometrico più contenuto, ma sappiamo anche che molti organizzatori sono già allineati a questo format specie all’estero. E’ chiaro che non è una soluzione che può avere vita lunga in Italia, la natura del granfondista nostrano, sia quello con l’anima profondamente agonistica sia quello che ama invece le gare come strumento di conoscenza del mondo che lo circonda, è meno avvezzo a questo format di gara, ma in un momento così particolare si può anche accettare un compromesso, dando così linfa a tutto il movimento.

Credito foto: www.ecovicentino.it

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