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LA NUOVA IMMAGINE DELLA BICI
di Gabriele Gentili
Inizialmente vista come “strumento di unzione”, poi come salvaguardia dal virus: è singolare il girotondo che la bicicletta nel suo essere ha vissuto in tempi di coronavirus: per settimane, ma possiamo dire apertamente per tutta la fase 1 ossia quella della progressiva espansione della pandemia nel nostro Paese, chi andava in bici, fosse per allenamento o per semplice spostamento quotidiano, era fortemente attaccato da molti cittadini, quasi fosse un propagatore consapevole e volontario del virus.
 
Con l’avvicinarsi della Fase 2 e della ripartenza, la bici ha riacquistato la sua immagine positiva, anzi è stata vista come uno strumento ideale per gli spostamenti, in modo da combattere i prevedibili intasamenti dei mezzi pubblici, uno dei principali ostacoli alla ripresa delle attività quotidiane in epoca di distanziamento sociale. Il tema degli spostamenti su due ruote è diventato pane quotidiano dei dibattiti e il Governo ne ha fatto un suo cavallo di battaglia, al punto da inserire nel Decreto Rilancio una norma per agevolare la sua diffusione: un bonus fino a 500 euro per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita e monopattini elettrici. Il bonus dovrebbe andare a coprire fino al 60% della singola spesa secondo modalità ancora da stabilire: o caricando lo scontrino su una piattaforma virtuale avendo così un rimborso in termini di altri prodotti legati alla mobilità, oppure con uno sconto immediatamente applicato dal negoziante che poi recupererà l’incasso dallo Stato. Una scelta molto apprezzabile nelle sue finalità, un po’ meno nelle sue modalità considerando anche che è stata ritenuta applicabile per tutti i cittadini con residenza in Comuni con più di 50 mila abitanti, il che significa che studenti e lavoratori in trasferta in grandi città ma provenienti da località più piccole non possono usufruirne.
 
L’idea di base è ottima, peccato però che nell’azione governativa manchi del tutto un’idea d’insieme che comporti anche un cospicuo investimento, o quantomeno una spinta verso le autorità locali, all’allargamento e messa in sicurezza delle piste ciclabili: l’evoluzione sociale delle ultime settimane ha dimostrato in maniera molto forte come un massiccio utilizzo della bici per gli spostamenti avrebbe solamente benefici: mantenimento delle distanze e quindi difesa dalla propagazione del virus; snellimento del traffico e quindi incremento di uno dei pochissimi lati positivi dati dalla pandemia, ossia la maggior pulizia dell’aria nelle città; progressivo benessere dell’individuo, spinto dalla necessità a una maggiore attività fisica con conseguenti benefici per la salute. In tutto ciò chiaramente lo sport non c’entra, ma solo apparentemente perché la maggior diffusione delle due ruote porterebbe inevitabilmente a un afflusso maggiore di ciclisti all’attività agonistica, sia a quella giovanile che a quella amatoriale e sappiamo bene come ambedue i movimenti abbiano bisogno di forze fresche.

Credito foto: gazzetta.it

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