Email not displaying correctly? View it in your browser
RITORNA ALLA NEWSLETTER
 
TRE GRANDI GIRI TUTTI DA INTERPRETARE
di CicloZeman
E’ ora di ricominciare: il 1 agosto con la Strade Bianche ripartirà il grande ciclismo, condensando in 3 mesi abbondanti la maggior parte di quanto siamo abituati a vedere diluito nel corso dell’anno. Una stagione schiacciata, con concomitanze assurde e sequenze ancora più assurde (La Milano-Sanremo l’8 agosto e il Giro di Lombardia a Ferragosto ne sono l’esempio più lampante), che lascerà delusi molti appassionati, ma questo è un anno a parte, stravolto da una pandemia che ha spazzato via ogni certezza non solo in campo sportivo, che ci ha cambiato la vita facendoci sperare che un domani, speriamo presto, si ritorni alla normalità completa. Quella di adesso non lo è, quindi il fatto che si possa tornare a gareggiare è già un passo avanti, con tutte le difficoltà e le contraddizioni che ciò comporta.
 
In tre mesi avremo anche i tre grandi giri, il che significa che Giro d’Italia e Vuelta di Spagna saranno in parziale concomitanza. Ciò sta richiedendo ai responsabili delle squadre veri salti mortali per comporre i roster per le varie prove, considerando anche che nei giorni della Corsa Rosa ci saranno anche le principali Classiche del Nord, salvo la Parigi-Roubaix che andrà invece in scena durante la Vuelta. Il Giro appare la corsa che più di altre subirà il tourbillon, non solo per le date stravolte rispetto al passato (affrontare le cime alpine e dolomitiche a ottobre è una vera incognita) ma anche per le scelte dei vari team, che naturalmente privilegiano la Grande Boucle anche perché, almeno teoricamente, è associabile alla Vuelta, da cui è separata di un mese. Troppo vicini Tour e Giro per pensare all’accoppiata, se ne parlerà il prossimo anno.
 
La Corsa Rosa avrà comunque un parco di partecipazione interessante, più di quanto si pensi: ci sarà il tentativo di Vincenzo Nibali di diventare il più anziano vincitore del Giro, provando a ribaltare il verdetto dello scorso anno nei confronti dell’ecuadoriano Richard Carapaz, attesissimo dopo essere letteralmente scomparso all’indomani della sua vittoria del 2019. Ci sarà il danese Jakob Fuglsang, alla grande occasione per poter finalmente conquistare un grande Giro dopo aver fatto sfracelli nelle Classiche e nelle corse a tappe medio-brevi. Poi la grande incognita, il ventenne belga Remco Evenepoel, campionissimo annunciato per un futuro che potrebbe anche diventare presente prima del tempo, se dimostrerà di saper già reggere per tre settimane di gara. La collocazione temporale e il particolare cammino di avvicinamento potrebbero però favorire sorprese ancor più che in passato, ecco quindi che lo spagnolo della Movistar Marc Soler, l’olandese Wilco Kelderman, il costante polacco Rafal Majka, ma anche italiani come Damiano Caruso e Davide Formolo possono ambire quantomeno a un posto sul podio. Attenzione poi al britannico Simon Yates, che non ha ancora ufficializzato la sua presenza, in caso positivo sarebbe in grado di spostare gli equilibri della corsa.
 
Si comincerà come detto con il Tour e qui il palcoscenico, contrariamente rispetto al passato, sembra riservato allo scontro fra due grandi team: l’Ineos schiererà i suoi tre capitani, Chris Froome, Geraint Thomas ed Egan Bernal che sono anche gli ultimi tre vincitori della Grande Boucle. Tre capitani anche per il Team Jumbo Visma: Primoz Roglic, Steven Kruijswijk e Tom Dumoulin e la gestione delle due squadre diventa automaticamente il primo elemento che determinerà il vincitore 2020. Una sfida titanica, che potrebbe però lasciar spazio anche ad altri, se saranno bravi a profittare delle situazioni e una certa curiosità circonda anche Nairo Quintana, il colombiano che nelle ultime stagioni ha sempre fallito nei grandi Giri ma che prima dell’esplosione della pandemia sembrava rinato, subito dopo il passaggio all’Arkea Samsic.
 
La Vuelta sarà l’occasione della rivincita, almeno per alcuni: Kruijswijk ha già detto che bisserà (forse interpretando il Tour in funzione degli altri due), lo stesso vorrebbe fare Froome (Ma bisognerà vedere come sarà il suo ritorno alle gare dopo il bruttissimo incidente dello scorso anno), ma il tifo italiano sarà tutto per Fabio Aru, che dopo un Tour vissuto come spalla del talentuosissimo sloveno Pogacar potrebbe arrivare alla Vuelta carico al massimo, pronto per un clamoroso bis.

Credito foto: C.O. Giro d'Italia

Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7