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MTB: UNA STAGIONE DAVVERO DIFFICILE
di Gabriele Gentili
Mentre il ciclismo professionistico si appresta a ripartire e nel frattempo vive le settimane dedicate ai necessari allenamenti specifici, nel mondo della MTB regna un silenzio che, a un anno dalle Olimpiadi posticipate non fa bene al movimento. L’Uci ha sì stabilito una stagione agonistica piuttosto rabberciata, che rispetto a quella su strada è ridotta negli appuntamenti, ma proprio in paragone a quella dei pro, l’incertezza è molto maggiore, l’effettuazione delle residue tappe di Coppa del Mondo (soprattutto dopo la cancellazione di quella della Val di Sole) e dei Mondiali è tutt’altro che sicura e questo influisce fortemente sugli atleti.
 
L’Uci si è data tempi lunghi, una scelta per molti versi comprensibile e legittima visto il momento sanitario incoraggiante ma ancora lontano dalla soluzione. Le prime gare di Coppa del Mondo saranno a inizio settembre, i Mondiali un mese dopo. Gli atleti lavorano in silenzio, ma soprattutto soffrono una condizione ovattata nell’attenzione dei media che rappresenta un forte passo indietro per una disciplina che ha sempre un bisogno estremo di visibilità, ancor più in un anno così complicato che dal punto di vista del mercato è già stato molto pesante. Quel che soprattutto lascia perplessi è che manca un vero e proprio cammino di avvicinamento agonistico alle principali gare: in Italia avremo solamente i Campionati Italiani, peraltro da confermare, a fine agosto, ma prima di allora c’è il vuoto assoluto, a differenza di quanto previsto per le categorie giovanili che si conta di far ripartire dal 18 luglio a Scansano (GR).
 
E’ decisamente poco e soprattutto è un problema in una stagione diventata molto delicata, nella quale siamo completamente privi di riscontri attuali, (gli ultimi risalgono alla stagione scorsa), gerarchie che dopo un anno intero sono tutte da verificare. Pensiamo solamente alla situazione di Gerhard Kerschbaumer: lo avevamo lasciato alla beffa dei Mondiali, quando aveva visto sfuggire per un problema meccanico sul rettilineo d’arrivo una medaglia sicuramente meritata, che sarebbe stata la seconda consecutiva. In previsione olimpica l’altoatesino era dato come un’ottima carta da giocare per bissare il podio ottenuto nel 2012 da Fontana, ma ora? Nei mesi di lockdown, quando giornali e siti, dopo la conferma del rinvio di un anno di Tokyo 2020, hanno sentito tutti i principali atleti italiani di ogni disciplina, nessuno ha pensato di chiedere notizie all’azzurro e parlando delle prospettive olimpiche, il suo nome è scomparso dai radar. Il che può essere anche una buona cosa, ma non dal punto di vista motivazionale.

Credito foto: organizzatori/Ale di Lullo

Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7