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EDITORIALE
di Paolo Dossena
Piano piano lo sport si rimette in moto a partire dalla grande fanfara del calcio, e via via molte discipline iniziano a riprendere confidenza con l’agonismo, chi in maniera tradizionale, chi dovendo fare i conti con le disposizioni sanitarie che di fatto hanno stravolto le modalità di effettuazione di molti sport, come d’altronde è avvenuto per le nostre abitudini quotidiane. Lo stesso dicasi per gli sport amatoriali tenendo sempre in mente che prima di tutto viene la sicurezza sanitaria e quindi ci si dovrà adeguare.
 
Tutti gli sport amatoriali? Non è proprio così. Il Governo ha chiesto al Coni e quindi a tutte le Federazioni affiliate di approntare un protocollo sanitario, in base al quale, dopo le necessarie verifiche, si potrà riprendere l’attività. Le Federazioni hanno risposto, ma di un protocollo sanitario riguardante l’attività ciclistica amatoriale e offroad si comincia ad avere qualche traccia solo da qualche giorno.
 
Inutile nascondercelo, è un fatto gravissimo. La Federazione Ciclistica è stata molto attiva nel promuovere una ripresa quanto più veloce e completa dell’attività agonistica di vertice, ha fortemente spinto sull’Uci per proteggere le prove cardine del proprio calendario (di fatto raggruppando le classiche ad agosto e accettando il Giro d’Italia a ottobre in contemporanea con la Campagna del Nord e la Vuelta, per molti è una sconfitta, ma in un anno così stravolto ci può stare) ma non ha mostrato la stessa attenzione per gli amatori, vero fulcro del movimento.
 
Il protocollo Covid-19 per le granfondo per esempio, (pubblicato in parte in uno spazio successivo), rappresenta un inizio ma veramente è pensabile che un adattamento di quello della Fidal (questo si evince da quello che abbiamo letto), sia una risposta sufficiente a un settore che muove tanta economia?
 
Per esempio vogliamo parlare della mountain bike, dove ad oggi nelle gran fondo dovrebbero fare anche loro le salite cronometrate, una sorte di enduro a contrario? Sembra una barzelletta ma che non fa ridere! 

Credito foto: archivio Sport Service

Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7