Anche se ufficialmente il mercato è ancora aperto, le squadre del World Tour hanno ormai definito i loro roster in vista della nuova stagione. La preparazione per molti è già iniziata, a gennaio si comincerà a fare sul serio tanto che il circuito di principali gare della stagione prenderà già il via con le prove australiane e anche se i grandi appuntamenti saranno più in là nel tempo, molti vogliono presentarsi ai primi eventi già in buona forma.
E’ stato un ciclomercato con il freno a mano un po’ tirato, certamente non privo di cambiamenti importanti, ma i big sono rimasti tutti nelle loro squadre di precedente appartenenza, il che significa che gli spostamenti sostanziali non hanno cambiato di molto le gerarchie del 2018, anche se qualche team più di altri ha cercato di consolidare alcune caratteristiche. Molti si attendevano un addio di Tom Dumoulin al Team Sunweb, che avrebbe potuto influire sui valori di più squadre un po’ com’era avvenuto lo scorso anno con il passaggio di Fabio Aru dall’Astana all’Uae Team Emirates (e a conti fatti, nella prima stagione è stata la squadra kazaka a giovarsene di più…) invece l’olandese secondo a Giro e Tour ha deciso di non cambiare, bloccando altre trattative in corso.
Parlando di gerarchie, la sparizione della BMC molto peserà sull’evoluzione della stagione, anche perché stiamo parlando di un team di primo piano nelle cronosquadre. La CCC che ha preso il suo posto è un team costruito dal nulla e, al di là di qualche individualità da seguire con curiosità (il velocista azzurro Jakub Mareczko in particolare - nella foto della homepage), non pare all’altezza delle altre squadre, anche di alcune del circuito Continental. Per il resto è rimasto tutto come prima, con la Quick Step che ha cambiato sponsor di appoggio passando alla Deceuninck. Molto di più avverrà nel 2019, con la dismissione annunciata del Team Sky che sicuramente produrrà un effetto deflagrante, anche se molto dipenderà se qualcuno deciderà di prendere il posto dello sponsor per tenere in vita il team britannico. Sempre a proposito del 2019, si continua a parlare della costituzione di un team italiano, il che sarebbe estremamente importante in questa difficile fare di ricambio per il ciclismo tricolore, che fatica a trovare nuovi nomi per le classiche d’un giorno e ancor di più per le prove a tappe, dove rischiamo di andare incontro a un lungo periodo di eclissi quando Nibali deciderà di appendere la bici al classico chiodo.
I trasferimenti ufficializzati nel complesso sono stati 122, oltre il 20% in più dello scorso anno, quando però non ci furono nuovi team inseriti nel circuito. I principali cambiamenti hanno riguardato i velocisti, con la separazione fra Viviani e Gaviria alla Quick Step che ha smosso un giro di sprinter che di fatto è risultato l’aspetto più interessante di questa edizione del ciclomercato. Va anche detto che molte squadre hanno avuto un occhio di riguardo anche ai corridori utili nel corso delle Classiche del Nord, a conferma che il periodo delle prove franco-belghe ha un peso specifico non indifferente nelle strategie generali dei team. Il danese Valgren ad esempio, una delle rivelazioni della stagione appena conclusa, ha scelto la Dimension Data per avere la squadra a sua disposizione nelle classiche, mentre Niki Terpstra, vincitore del Fiandre e terzo alla Roubaix, ha addirittura scelto un team Continental. Segnali che forse qualcosa va rivisto anche nell’assegnazione dei posti del World Tour, nel quale non tutti i team sembrano avere forze economiche e organiche per far fronte a stagioni così lunghe e impegnative e non svolgere ruoli di semplici comparse.