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MARATONA, CI SI RIPROVA A LONDRA
di Gabriele Gentili
Comunque vada, la London Marathon del 4 ottobre prossimo avrà un sapore particolare. Incuranti della pandemia ma soprattutto della infinita sequela di rinunce da parte di quasi tutti gli organizzatori delle principali maratone mondiali, i responsabili della più importante gara sui 42,195 km di primavera sono andati avanti per la loro strada, mantenendo in vita la gara nella nuova data autunnale. Chiaramente dovendo fare delle rinunce, a cominciare dalla possibilità di avere al via la massa: la gara sarà solamente per un ristretto numero di campioni, non oltre i 200 fra uomini e donne, una prova d’elite su un percorso completamente diverso da quello primaverile. Si gareggerà infatti su un circuito attorno a St.James Park, da ripetere più volte.
 
Si dovrebbe trattare di un tracciato piuttosto veloce: dal 1 settembre la Worldathletics ha riaperto il periodo di qualificazione per i Giochi Olimpici di Tokyo, quindi non pochi fra coloro che saranno in gara punteranno a ottenere il minimo necessario per staccare il biglietto per il Giappone e il percorso si presta particolarmente. Il minimo è di 2h11’30”, ampiamente alla portata di molti iscritti alla gara londinese, che avrà una lepre d’eccezione in Sir Mo Farah, che ormai ha accantonato i suoi sogni di gloria sulla distanza e, in base anche ai responsi di questa ridotta stagione, è pronto a rigiocarsi le sue carte sui suoi amati 10000 metri in pista.
 
Una maratona particolarmente attesa, che offrirà il piatto forte della specialità, ovvero la sfida fra il primatista mondiale e vincitutto Eliud Kipchoge (KEN) e l’etiope Kenenisa Bekele che a Berlino lo scorso anno ha mancato la possibilità di superare il primato del rivale di appena 2”. Doveva essere la sfida per l’oro olimpico, rinviata di un anno, ma intanto quello di Londra sarà un antipasto davvero interessantissimo, non solo sul piano cronometrico, ma anche dal punto di vista strategico, su come si affronteranno l’uno e l’altro con esiti che non potranno non avere ripercussioni sulla gara olimpica.
 
Il cast dei partecipanti è davvero di prim’ordine: oltre ai due campionissimi citati ci saranno altri 8 atleti con personali inferiori alle 2h05”: gli etiopi Mosinet Geremew, Mule Wasihun, Sisay Lemma, Tamirat Tola e Shura Kitata (ETH) sono pronti a stringere Kipchoge in una morsa, ma anche il Kenya avrà suoi importanti portacolori come Marius Kipserem e Vincent Kipchumba. Curiosità anche per vedere chi saranno i migliori europei: si punta molto sul norvegese Sondre Nordstad Moen che vuole siglare il primato continentale.
 
Ci sarà anche un po’ d’azzurro, con Daniele Meucci chiamato innanzitutto a conseguire il minimo olimpico ma anche ad acquisire consapevolezza dei suoi mezzi dopo ormai troppe uscite negative, puntando magari a scendere sotto quelle 2h10’ che in Italia restano ancora un muro per troppi atleti.
 
La gara femminile non sarà da meno: con la primatista mondiale Brigid Kosgei, invero poco brillante nelle sue rare uscite in questa stagione, ci saranno altre 5 atlete con personali inferiori alle 2h20’. Qui la supremazia numerica è per il Kenya sull’Etiopia, ma solo la strada dirà se anche i risultati saranno tali.
Credito foto: maratona_londra_organizzatori
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7