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NON HA MAI SMESSO DI CORRERE
di Gabriele Gentili
Basterebbe solo parlare di quello che ha vinto per fare di Tegla Loroupe una delle più grandi maratonete della storia e poco importa, anzi per nulla, che non sia nell’albo d’oro di Mondiali o Olimpiadi. Ma a rendere la figura dell’atleta kenyana qualcosa di storico è innanzitutto il fatto che ha utilizzato le sue vittorie per dare qualcosa agli altri, alla sua gente, aiutando non solo la popolazione kenyana ma di tutto il centro Africa, per farla uscire dalla povertà e da una ghettizzazione anche e soprattutto culturale. 

Questo senso di emarginazione la Loroupe l’ha sentito cucito addosso sin dalla sua nascita. Figlia fra 24 fratelli (suo padre, della tribù Kapsait, aveva quattro mogli…) è chiamata dall’età infantile a dividersi fra il lavoro nei campi, la cura dei fratelli, delle sorelle più piccole e la scuola non è che un di più rispetto a questi compiti. Per andare a scuola ci sono 10 km e non ci sono certamente mezzi per andarci se non i propri piedi, e c’è da fare presto, così ogni giorno la Loroupe si trova ad allenarsi giocoforza su una distanza simile alla mezza maratona. Col passare degli anni Tegla mostra talento, batte anche chi è più grande di lei come età, ma la sua volontà di provare la strada dell’atletica (che in Kenya è un’autentica professione, fra le più ambite) viene vista con scetticismo da professori e soprattutto in famiglia, a parte la madre, unica a non lasciarsi impressionare dal suo fisico gracile e dalla sua altezza ridotta. Finalmente riesce a convincere la federazione locale a farla entrare e con la prima vittoria si compra un paio di scarpe. Nel 1988, a 15 anni, vince un prestigioso cross internazionale e la sua carriera prende il volo.

Inizialmente i suoi migliori risultati sono su pista, ma anche se diventa rapidamente una delle più quotate specialiste sui 10000, è su strada che la Loroupe trova la sua consacrazione. È nel 1994 che la sua carriera vive il definitivo salto di qualità quando partecipa alla sua prima maratona. Opta per l’evento per antonomasia, New York, sicura della sua scelta perché deve fare colpo e naturalmente vince. È la prima volta che una ragazza riesce dove abitualmente si impongono i maschi e nel suo Paese la Loroupe diventa un idolo dando il via a una serie di imitazioni che in breve tempo portano il Kenya a ottenere grandi risultati anche nel mezzofondo femminile, qualcosa che per cultura e tradizione era ritenuto contrario all’establishment nazionale. Da lì la Loroupe inizia una straordinaria serie di vittorie in maratona aggiudicandosi quasi tutte le classiche principali del calendario mondiale, senza dimenticare i tre titoli mondiali consecutivi conquistati sulla mezza.

Il 2000 dovrebbe essere l’anno giusto per entrare nell’albo d’oro delle Olimpiadi, ma intanto in quell’occasione la kenyana forse pecca di presunzione schierandosi al via, da favorita, sia nei 10000 che nella maratona, poi incappando a poche ore dal via della gara più lunga in un’intossicazione alimentare che la mette di fatto fuori gioco. Inizia così un lento declino, tangibile più nelle prestazioni cronometriche che nei risultati. Ma è allora che la Loroupe allarga il gioco, venendo nominata nel 2006 Ambasciatrice dello Sport per l’Onu, incarico che prende molto sul serio in quanto lancia una propria associazione tesa a favorire la pace nelle popolazioni del centro Africa attraverso tutta una serie di iniziative che lei stessa promuove e girando il mondo per raccogliere fondi e adesioni per la sua associazione e le sue iniziative, che portano a correre insieme politici e gente comune, appartenenti alle varie tribù. La Tegla Loroupe Peace Foundation continua la sua attività anno dopo anno e sicuramente ora per la campionessa kenyana gli impegni sono anche maggiori di prima. 
Credito foto homepage: archivio Worldathletics
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7