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UNA MEZZA NON S' IMPROVVISA MAI
di Gabriele Gentili
Il Mondiale di mezza maratona quest’anno ha avuto un sapore particolare e un’attenzione davvero insolita rispetto al passato. Il perché è presto detto: la rassegna di Gdynia (POL) era l’unica prova titolata dell’atletica che è riuscita ad andare in scena, appena in tempo considerata la successiva crescita dei contagi nel Paese. Grande dispiegamento di mass media, ripresa diretta di entrambe le gare e presenza di moltissimi big, che avevano fatto della gara sui 21,097 km l’appuntamento centrale della stagione.

Alla vigilia tutti davano per favorito l’ugandese Joshua Cheptegei, a caccia della Triplice Corona (titolo mondiale contemporaneamente detenuto nel cross, sui 10000 in pista e nella mezza maratona) dimenticando però che per il giovanissimo corridore africano quella di Gdynia era la prima gara sulla distanza in assoluto e la strada polacca ha confermato una volta di più che neanche in atletica s’inventa niente, ogni progresso va guadagnato con applicazione e sacrificio. Cheptegei non più tardi di una decina di giorni prima aveva stabilito a Bruxelles il record mondiale dei 10000, poi si era concentrato sulla mezza sperando che la preparazione fatta per la pista potesse bastare, ma la gara ha dimostrato presto che non è così.

Cheptegei ha pagato a caro prezzo le accelerazioni improvvise del kenyano Kibiwott Kandie, un vero specialista delle prove su strada fino alla mezza, che alla lunga lo hanno fiaccato. Non così un altro talento dell’incredibile nuova generazione ugandese, quel Jacob Kiplimo (nella foto della homepage) che si allena in Toscana, che fino al 2019 correva per l’Atl.Casone Noceto e che avevamo ammirato al Golden Gala di Roma stabilire il miglior tempo dell’anno sui 3000 metri. Kiplimo però aveva preparato con cura la gara polacca e ha risposto agli allunghi di Kandie piazzando poi uno spunto secco per liberarsi della sua scomoda compagnia prima dell’arrivo, andando a vincere in un fantastico 58’49”, record dei campionati, con 5” su Kandie e 19” sull’etiope Amedework Walelegn. Per Cheptegei solo un quarto posto, ma esordire in 59’21” e senza allenamenti specifici la dice lunga sulle sue possibilità anche su questa distanza e chissà, anche in maratona.

Bellissima anche la gara femminile, forse ancora superiore considerando che la vincitrice Peres Jepchirchir (KEN) è andata a migliorare il suo fresco record mondiale nella prova per sole donne in 1h05’16”, tenendo un ritmo che ha via via frantumato il gruppo e soprattutto la concorrenza delle etiopi, che puntavano soprattutto sulla campionessa uscente Netsanet Gudeta vittima di uno scivolone causato da un passaggio reso troppo stretto dalle transenne. La Jepchirchir, già iridata 4 anni fa a Cardiff, ha chiuso con appena 2” di vantaggio su un nuovo talento affacciatosi sulla scena, l’etiope di passaporto tedesco Melat Yisak Kejeta, approdata così al nuovo record europeo, terza l’etiope Yalemlerf Yehualaw.

L’Italia partiva con ambizioni molto più modeste e la trasferta polacca nel complesso può essere giudicata soddisfacente, con ben 6 primati personali su 10 presenze. Si puntava molto su Eyob Faniel, ma la gara polacca ha mostrato il primatista italiano di maratona un po’ in affanno, incapace di reggere il ritmo dei migliori se non per i primi 7 km. Alla fine però, pur avendo chiuso con un 26° posto non in linea con le sue aspirazioni, è comunque arrivato il personale in 1h00’53”, l’appuntamento con il record nazionale è solo rimandato. Brava anche Giovanna Epis, prima azzurra al 36° posto in 1h11’14” con un progresso personale di ben 59” e buon rientro in azzurro per Valeria Straneo, 40esima in 1h11’39”. Ma l’elite internazionale è molto più in là.
Credito foto homepage: Worldathletics
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7