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LUMINOSA BOGLIOLO: "NON MI PONGO MAI DEI LIMITI"
di Gabriele Gentili
Chi è stata la migliore esponente italiana nell’ultima breve stagione di atletica? Molti saranno portati a citare il nome di Larissa Iapichino per il suo eccezionale 6,80 nel lungo che lascia intravedere clamorosi sviluppi anche a breve scadenza, ma se si guarda alla costanza di rendimento, emerge nettamente Luminosa Bogliolo, stella dei 100 hs, che nel corso dell’estate ha dimostrato di essere ormai ai vertici non solo italiani. L’atleta di Albenga, classe 1995, è emersa prepotentemente nel 2018, conquistando l’anno successivo le vittorie alle Universiadi di Napoli e nel Campionato Europeo a squadre. Con il suo 12”79 ottenuto a Turku (FIN) l’11 agosto, la ligure è stata la settima al mondo, ad appena 11 centesimi dalla leader Nadine Visser (NED) che l’aveva preceduta nella stessa circostanza. Ma la di là della punta di rendimento, l’azzurra è rimasta sempre su tempi molto simili, nettamente al di sotto della soglia dei 13”, con l’unico rammarico di non essere riuscita a conquistare quel record italiano (12”76 di Veronica Borsi nel 2013) che tutti vedono come suo naturale approdo.
 
Sicuramente l’evoluzione così particolare di questo 2020 ha avuto un peso non indifferente: “Un minimo ha influito il lungo periodo di quarantena, soprattutto per quanto riguarda il lavoro tecnico di approccio e passaggio dell’ostacolo, ma bisogna riconoscere che mi ha anche permesso di lavorare su aspetti a cui prima non dedicavo il giusto tempo”.
 
Hai una costanza di rendimento inconsueta per un’ostacolista italiana, tanto da riuscire a scendere sotto i 13 secondi anche in presenza di piccole difficoltà: un salto di qualità psicologico (non vedere più i 13 secondi come un muro) o più tecnico rispetto agli scorsi anni
 
Sicuramente tecnico, negli ultimi due anni mi sono allenata con più costanza e ogni allenamento veniva analizzato con entrambi i miei allenatori Antonio Dotti ed Ezio Madonia. 13 è solo un numero che non considero più di tanto, il mio pensiero è volto a migliorare continuamente.
 
Ti sei mai chiesta, in presenza della gara perfetta con le condizioni climatiche e di vento ideali, dove potresti arrivare?
 
Penso che l’atletica non si faccia con i se e con i ma, quindi non me lo sono mai chiesto. Quando gareggio non mi soffermo a guardare vento o pista, così ogni gara è buona per correre forte e credo che questo influisca sulla mia evoluzione, d’altronde le grandi ostacoliste straniere emergono in qualsiasi situazione…
 
Chi sono le ostacoliste che tecnicamente ti piacciono di più?
Sicuramente Sally Pearson, l’australiana campionessa olimpica a Londra nel 2012 e due volte campionessa mondiale. Avrei voluto gareggiare una volta con lei, trovarmi sulla stessa pista fianco a fianco, ma ha smesso lo scorso anno.
 
Augurandoci che Tokyo 2021 ci sia, con quali obiettivi vuoi presentarti al tavolo olimpico?
 
Mi piacerebbe arrivarci con un nuovo record personale, poi in gara si vedrà, non mi pongo mai limiti.
Credito foto homepage: giancarlo_colombo/Fidal
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7