Email not displaying correctly? View it in your browser
RITORNA ALLA NEWSLETTER
UN ANNO SENZA TOKYO 2020
di Gabriele Gentili
Questi dovevano essere i giorni dei sogni olimpici, delle partenze per Tokyo, dei conteggi fra scaramanzia e concrete possibilità delle medaglie azzurre da conquistare. Tutto spostato di un anno, sperando che nel frattempo il Covid-19 receda, non solo in Italia ma in tutto il mondo, perché solo così le Olimpiadi potranno davvero andare in scena mettendo a frutto il lavoro di migliaia di atleti per cinque lunghi anni. C’è da aspettare e questo vale anche per la regina degli sport olimpici, l’atletica, chiamata a trascorrere un anno di attesa senza grandi eventi, accontentandosi di qualche meeting internazionale (possibilmente vero e non le fantasiose manifestazioni proposte a Oslo e Zurigo, con esiti quantomeno discutibili) e di tanta attività casalinga puntando quasi esclusivamente a tempi e misure, unico metro utile per mettersi a confronto.
 
E’ chiaramente difficile fare pronostici a un anno di distanza, ma un’idea abbastanza chiara ce la siamo fatta, sia per quel che riguarda la spedizione sportiva italiana nel suo complesso, sia per l’atletica in particolare. In ambito globale abbiamo una squadra con molte punte, ma che nei tornei di qualificazione da qui a un anno dovrà ulteriormente rafforzarsi sia numericamente che come atleti d’ambizione: possiamo puntare con cognizione di causa ai record assoluti (14 ori a Los Angeles ’84, 36 medaglie complessive a Los Angeles ’32 e Roma ’60), ma perché ciò avvenga servirà un eccezionale apporto della dea fortuna. Più alla portata pensare a un’Italia ancora presente nella Top 10 del medagliere, a condizione che gli sport guida (scherma, nuoto, canottaggio, tiro a volo) non tradiscano le attese.
 
E l’atletica? Qui il discorso è diverso: la squadra italiana è tornata alla dimensione che aveva negli anni Settanta, con una/due punte di livello mondiale e qualche buona possibilità di finale. Inutile nasconderlo, potrà anche essere antipatico a qualcuno, ma Gianmarco Tamberi è alla resa dei conti l’unico che può legittimamente ambire a una medaglia, anche di conio pregiato. I 2,30 sono diventati ormai una base di partenza per lui, se nel corso del tempo riuscirà ad assommare altri centimetri, ogni sogno sarà possibile, a maggior ragione se tornerà ai livelli del suo record italiano di 2,39 perché significherà che l’infortunio patito proprio in quell’occasione sarà stato finalmente superato.
 
In seconda battuta si può puntare sulla marcia femminile, soprattutto su Antonella Palmisano se riuscirà a ritrovare quella brillantezza che ha contraddistinto la prima metà del quadriennio olimpico, ma non dimentichiamo anche Eleonora Giorgi, unica medagliata ai Mondiali di Doha 2019 anche se sui 50 km, specialità (purtroppo) non olimpica. I 20 km sono forse troppo veloci per la sua tecnica di marcia, ma non va comunque sottovalutata. Poi ci sono tanti che possono legittimamente ambire a una finale e qui dobbiamo aprire una parentesi: raggiungerla in alcune specialità, come 100 e 400 maschili, avrebbe lo stesso sapore di una medaglia perché mai nella storia un italiano c’è riuscito. Tortu e Jacobs nel primo caso, Re nel secondo possono finalmente colmare questa lacuna, poi naturalmente giocarsi tutte le proprie carte nell’atto conclusivo senza però aver nulla da dimostrare, perché un posto nella storia se lo saranno già ritagliato. Una finale è alla portata come detto di tanti, da Crippa sui 10000 (neanche troppo lontano dal podio, soprattutto se la gara avrà un’evoluzione tattica favorevole) a Fabbri nel peso, dalla Bogliolo nei 100 ostacoli fino alle staffette: ne abbiamo già due qualificate, speriamo che la Fidal ripeta la felice esperienza del 2019 e prepari per tempo le World Relays di Chorzow (POL) a inizio maggio per portare le altre tre. Questo il prospetto a 365 giorni dall’accensione del tripode olimpico, ma se nel frattempo emergerà qualche nuovo talento (magari Larissa Iapichino) non potremo che esserne supercontenti.
Credito foto: foto Tamberi (foto Giancarlo Colombo/Fidal)
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7