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MAI COSI' EFFERVESCENTE
di Gabriele Gentili
E’ l’ora del tramonto a Savona, ma sembra l’alba. L’alba per l’atletica italiana, che in questa strana stagione privata di ogni grande evento internazionale inizia ad affacciarsi con costanza ai vertici internazionali, come non accadeva da tempo immemore. Al termine del meeting ligure si contano ben cinque azzurri saliti nella Top 10 delle graduatorie mondiali dell’anno, tre di loro sull’ideale podio, uno (Davide Re) addirittura in cima alla lista dei 400 metri. Ma lo squillo principale viene da Larissa Iapichino, che a due giorni dal compiere 18 anni si fa un regalo enorme: il suo 6,80 nel lungo è a un solo cm dalla miglior prestazione mondiale, è il secondo risultato italiano di sempre (a precederla è solo sua madre, Fiona May con 7,11) ma soprattutto è una promessa grande così di soddisfazioni enormi, magari già dal prossimo anno perché in lei si stanno fondendo talento, costanza di rendimento, sacrificio e voglia di migliorarsi sempre, insomma gli ingredienti che costruiscono una campionessa.
 
In una stagione nella quale ci si può solo confrontare con misure e tempi, prima che contro gli avversari, il movimento italiano mostra un’insolita salute nelle sue prime uscite, il che fa davvero ben sperare in vista di un 2021 incentrato sui Giochi Olimpici posticipati. Se la Iapichino è la grande sorpresa e il sogno neanche troppo nascosto, Gianmarco Tamberi interpreta al meglio il suo ruolo di guida azzurra: gli sono bastate un paio di uscite, mostrando una tecnica ancora da affinare dopo i lunghi lavori di queste settimane, per arrivare a 2,30 nell’alto, lasciando in tutti la sensazione che si possa andare ancora più su. Forse il suo record di 2,39 è ancora lontano, ma in questi due mesi di attività che restano si possono sicuramente aggiungere centimetri e lanciare messaggi chiari ai rivali per il podio olimpico.
 
Piace sempre di più Leonardo Fabbri, il colosso toscano che ha ridato vigore alla specialità del getto del peso (storicamente evolutasi proprio nella regione di Firenze e dintorni). Dopo gli squilli indoor, alla sua seconda uscita già si è proiettato oltre i 21 metri, divenuti ormai la sua base di partenza invece che punto di arrivo. Certo, la gloria internazionale è ancora lontana, questa è una specialità che sta vivendo un momento di eccezionale fermento che si traduce in grandi misure, ma Fabbri ha dalla sua la giovane età: il 2021, per quanto importante, sarà per lui un passaggio, un po’ come per la Iapichino. Le copertine sono comunque sempre riservate alla velocità: ogni meeting, ogni evento atletico viene incentrato sulla presenza di Filippo Tortu o Marcell Jacobs, figurarsi se i due sono presenti entrambi. Per ora è Tortu a svettare, a Savona entrambi sono stati protagonisti di una bellissima sfida con tempi anche interessanti, 10”12 contro 10”14, ma tecnicamente le loro prove hanno dimostrato che c’è ancora molto da lavorare, soprattutto nelle macchinose fasi di avvio, il che però significa anche che i margini di miglioramento sono ampi. I 10” (abbattuti finora solo da Tortu) sono ancora un muro che va sgretolato, prima di poter parlare di reali ambizioni internazionali. Il fatto però che loro come altri azzurri siano nelle alte sfere internazionali dimostra come questa stagione caratterizzata dal lungo stop per la pandemia possa anche aver stravolto gerarchie che sembravano consolidate e che potrebbero ulteriormente cambiare con l’evoluzione stessa della malattia, che rende l’attività atletica ben più difficile in molti Paesi, come d’altro canto qualsiasi altra espressione umana. Ci siamo passati anche noi, lo sappiamo bene…
Credito foto: Giancarlo Colombo/organizzatori)
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