Email not displaying correctly? View it in your browser
RITORNA ALLA NEWSLETTER
" VOGLIO LANCIARE PIU' LONTANO POSSIBILE"
di Gabriele Gentili
In questo momento, a ben guardare i risultati azzurri nel loro complesso, Leonardo Fabbri non ha rivali. Nessuno, neanche Tortu e Tamberi, hanno una tale costanza di rendimento a così alto livello. Eppure del colosso toscano si parla poco e la causa è nella sua specialità, il getto del peso che ben poco attrae, purtroppo, anche le platee televisive. Se ne è avuta la riprova al meeting di Sollentuna, in Svezia: Fabbri scagliava il peso sempre lontano, fino alla misura di 21,57 nuovo primato personale all’aperto, ma di lui, nelle immagini televisive, nessuna traccia.
 
Fabbri sa bene che l’eccellenza è un metro più in là, ma la sua costanza di rendimento oltre i 21 metri è la base sulla quale costruire una carriera ricca di soddisfazioni, anche al cospetto dei campioni statunitensi o dell’Est europeo. Una costanza che “nasce dal lavoro con Paolo (Dal Soglio, grande specialista del passato, campione europeo indoor e 4° ai Giochi Olimpici nel 1996), dalla voglia di far bene e soprattutto affrontare ogni allenamento con il sorriso”.
In base alla tua esperienza è più difficile trovare il lancio speciale su una grande misura o avere una costanza di rendimento magari su qualche decina di centimetri in meno?
Sicuramente avere costanza nei risultati è la cosa principale se si vuole fare atletica ad alto livello: ottenere una buona misura ripetutamente ti garantisce di poterla fare quando conta e ti fa capire che nelle braccia puoi anche avere un lancio molto più lungo della media”.
Perché è così difficile far coincidere una grande misura con un grande evento, è solo questione di picchi di forma o nella grande manifestazione subentrano anche altri fattori?
“Spesso si arriva ad un grande evento dopo che hai rincorso il minimo e puoi arrivare stanco, come è successo a me agli Europei di Berlino due anni fa e anche agli ultimi Euroindoor di Glasgow, ma se hai tempo per programmare il grande appuntamento è difficile arrivarci non al top se è andato tutto bene”.
Rispetto ai grandi della specialità sei molto più giovane: è giusto pensare a Parigi 2024 come a un primo vero grande obiettivo della tua carriera o pensi di raggiungere i vertici internazionali prima?
“Non so come mai si raggiunga il top intorno ai 27-30 anni nei lanci ma io già adesso penso di essere pronto a fare cose importanti e non voglio pensare all’anagrafe ma solo a lanciare più lontano possibile. Penso che le misure per Tokyo saranno la fotocopia dei Mondiali di Doha, con 20,90-21 metri si andrà in finale e con 22,50 si prenderà la medaglia. A meno che il sommovimento all’attività dato dalla pandemia non riduca generalmente il livello, nel senso che le misure si abbassino il prossimo anno”.
Credito foto: Giancarlo Colombo
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7