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TOKYO, RIVIVIAMO LE OLIMPIADI (MA DEL '64...)
di Gabriele Gentili
A questo punto avremmo dovuto commentare e analizzare i risultati dei Giochi Olimpici di Tokyo, ma la pandemia che tutto sconvolge ha portato a un rinvio della rassegna a cinque cerchi al prossimo anno, con la speranza che per allora si possa gareggiare, magari sulla base di un vaccino distribuito in maniera planetaria. Tokyo d’altronde ha sempre avuto un rapporto un po’ conflittuale con la rassegna olimpica, vedendo annullato l’impegno in coincidenza con la Seconda Guerra Mondiale e potendo allestire l’evento non senza difficoltà anche nel 1964. Un’edizione particolare quella, soprattutto per l’atletica perché foriera di molte novità.
 
A quei Giochi partecipano, per le prove di atletica, 82 nazioni, con 781 uomini e 235 donne, come a dire che la parità di genere era ancora di là da venire, anzi le prove riservate alle donne sono ancora piuttosto poche, con tutto che per la prima volta si gareggia a livello olimpico sul giro di pista e si disputa il pentathlon. Due sono le principali novità che avrebbero fortemente influito sul futuro della regina degli sport: innanzitutto l’adozione del cronometraggio elettrico, avviato dalla pistola del giudice di partenza tramite un timer, che si arresta al momento del passaggio dei concorrenti sulla linea d’arrivo, istante fissato dal fotofinish. I tempi venivano però ancora ufficializzati al decimo di secondo. L’altra novità riguarda l’adozione della pista a 8 corsie, aumentando così il numero dei finalisti. Si gareggia ancora su terra battuta, ma sarà l’ultima volta: per quest’altra rivoluzione bisognerà attendere ancora quattro anni.
 
Tra i Paesi partecipanti ci sono molte nazioni all’esordio: innanzitutto Giamaica e Trinidad, per la prima volta da stati sovrani e non unite nelle Indie Occidentali (un agglomerato oggi esistente, nello sport, solo nel cricket), poi molti Paesi africani finalmente giunti alla loro indipendenza, ben 9 tra cui Costa d’Avorio e Tanzania, che avranno un peso specifico nell’atletica piuttosto importante nei decenni a venire.
 
Ben 6 i record mondiali fra le donne: 100, 800, 4×100, lungo, giavellotto e pentathlon. Fa festa la famiglia sovietica Press: Tamara conquista l’oro nel peso e nel disco, Irina fa sue le prove multiple. La velocità è affare americano con Wyomia Tyus prima nei 100 battendo Edith McGuire che si rifà sui 200, battendo una giovane polacca destinata a scrivere la storia dell’atletica, Irena Kirszenstein che conquisterà l’argento anche nel lungo e l’oro in staffetta.
 
E l’Italia? Quelli dovevano essere i Giochi di Salvatore Morale, primatista mondiale dei 400 ostacoli, ma il suo cammino di avvicinamento a Tokyo è costellato di ostacoli fisici, per cui alla fine il suo bronzo è già un gran risultato. L’oro però arriva, grazie a un segaligno marciatore fiumano ma legatissimo alla sua Italia, Abdon Pamich, vincitore della 50 km di marcia a dispetto di un problema intestinale che lo costrinse a un’inaspettata sosta e a una rimonta clamorosa fino all’oro olimpico, dando così risalto alla storia dei profughi giuliano-dalmati dopo il conflitto mondiale.
Credito foto: Francesco Puppi a Malonno Foto organizzatori
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7