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L'UOMO PREDILETTO DALLA... JELLA
di Gabriele Gentili
Analizzando la storia di Robert De Castella (nella foto della homepage arrivo ai Mondiali 1983) si sarebbe portati a pensare a un uomo fortunato. Così non è, perché ci sono casi nella vita nei quali la fortuna ti avvolge, ti copre, ma lascia ampi buchi nei quali paghi un prezzo molto alto. Ad esempio il campione australiano di discendenza italo-svizzera non ha mai potuto fregiarsi del record mondiale di maratona per una… questione di tempi: i fatti dicono che nel 1981 De Castella si aggiudica la Maratona di Fukuoka (al tempo fra le più veloci del panorama internazionale) in 2h08’15”, superiore di soli 5 secondi al tempo stabilito dall’americano Alberto Salazar a New York solamente un mese prima. Molto tempo più tardi però si scoprirà che quell’edizione della maratona della Grande Mela era più breve di 148 metri, quindi il tempo dello statunitense non era valido. De Castella ora sa che il suo tempo è stato il più veloce mai corso dal 1981 al 1984, ma a posteriori il sapore è ben diverso.
 
De Castella, classe 1957, è un tipico corridore da strada tanto è vero che si dedica subito alla maratona e a 22 anni si aggiudica il titolo nazionale sulla distanza dei 42,195 km. Nel 1980 viene selezionato per i Giochi Olimpici di Mosca dove si piazza al 10° posto, dando il via a una grande carriera internazionale che passa per la già citata vittoria di Fukuoka, per l’oro ai Giochi del Commonwealth a Brisbane nel 1982, per il successo a Rotterdam nel 1983 in 2h08’37” che ne fa il favorito per i successivi Mondiali, edizione inaugurale, di Helsinki. In terra finlandese De Castella non delude le attese, anzi la sua è una gara pressoché perfetta perché la controlla all’inizio alla fine e distrugge tutti gli avversari sul piano del ritmo, chiudendo in 2h10’03”.
 
La sua vittoria iridata ne fa il favorito per i successivi Giochi Olimpici di Los Angeles 1984 ma la prova californiana si svolge con un caldo e un’umidità che stroncano le velleità dell’australiano, che riesce comunque a finire quinto. Due anni dopo De Castella vive un’altra stagione magica facendo il bis ai Giochi del Commonwealth e aggiudicandosi la Boston Marathon in 2h07’51”, suo nuovo record personale. Un infortunio lo tiene lontano dai Mondiali 1987 dove il connazionale Steve Moneghetti lotta per il podio fino al termine acuendo il suo rammarico (nei confronti diretti era sempre risultato sconfitto). Nel 1988 è quarto nella classica di Tokyo scendendo nuovamente sotto le 2h09’ e facendogli credere di poter lottare per il podio alle Olimpiadi di Seoul, ma le condizioni climatiche sudcoreane sono ancora una volta penalizzanti per il suo incedere alto e potente e De Castella chiude all’ottavo posto. Sembra il suo canto del cigno, invece tre anni dopo riesce ancora ad aggiudicarsi il successo a Rotterdam con un tempo inferiore alle 2h10’.
 
La sfortuna fa nuovamente capolino nel 2003, quando il grande incendio che coinvolge le foreste di Brisbane e incendia un gran numero di case distrugge anche la sua abitazione: vanno perduti tutti i trofei conquistati nella sua carriera. Questa come la chiamereste?

Credito foto homepage: Iaaf.org

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