E’ un movimento podistico dalle due facce quello che si presenta di fronte al 2020 sulla base dei risultati dell’anno precedente: se sul piano organizzativo c’è una certa tenuta, con un importante numero di eventi purtroppo scomparso ma sostituito da altri simili, dal punto di vista della partecipazione si registra una contrazione nei numeri e questo è un dato che deve far riflettere. Il podismo è passato di moda? Certamente no, ma anche il gesto umano più semplice inizia a costare sempre di più e questo porta molti appassionati a ridurre la propria attività agonistica, scegliendo obiettivi mirati.
In confronto allo scorso anno, si sono disputate 3 maratone in meno, 106 in totale, mentre le mezze sono state 319, 3 in più rispetto all’anno precedente. Nella nostra analisi abbiamo preso in considerazione tutte le gare su 42 e 21 km, non solo quelle considerate ufficiali dalla Fidal in quanto il diktat federale, che impone a tutti gli organizzatori di allestire maratone e mezze “solo” se iscritti al calendario ufficiale della Federazione è estremamente ingiusto e illiberale. Discorso ben diverso quello relativo al valore delle prestazioni: è assolutamente lecito considerare solo le gare Fidal utili a conseguire prestazioni valide per le graduatorie ufficiali, in quanto ottenute su percorsi certificati.
Detto questo, il totale delle presenze gara in maratona è stato di 53.898 e questo è il dato che più preoccupa: pensare che un totale di prestazioni simile nell’arco dei 365 giorni viene ottenuto addirittura da singole gare all’estero conferma come l’amore per la maratona si sia ristretto a un numero contenuto di appassionati, almeno relativamente alle gare da disputare nel nostro Paese. Il primato di presenze è sempre di Roma con 8.862, ma si parla di quasi 3.000 in meno rispetto al 2018: è vero che è stata un’edizione “in emergenza” in attesa dell’assegnazione del bando, ma è andato disperso un patrimonio che solo col tempo si potrà recuperare. Dal “club dei 1.000” escono Torino, costretta all’annullamento come tante altre gare per via del maltempo e Parma, che perdendo quasi 150 iscritti ha solo sfiorato la soglia, mentre guadagnano in termini di arrivati Venezia, Ravenna e Rimini. Un altro dato che colpisce e deve far riflettere è che tutte le prove “over 1.000” hanno fatto registrare vittorie estere, sia al maschile che al femminile.
Per quanto riguarda le mezze, sono state registrate 205.996 presenze gara, con ben 54 prove con oltre 1.000 arrivati. Primato confermato per la RomaOstia con 8.457 arrivati, ma anche qui c’è una contrazione rispetto all’anno precedente. La sorpresa è il sorpasso della Napoli City H.M. ai danni della Giulietta&Romeo H.M. di Verona, salendo così al terzo posto dietro la prova romana e la Stramilano. Fra le gare autunnali testa a testa fra la Milano 21 e la Garda Trentino ancora favorevole alla prova meneghina, mentre entrano nella Top 10 il Vivicittà di Firenze e la mezza ravennate abbinata alla maratona. Nel caso delle mezze qualche presenza italiana almeno c’è, grazie a Paolo Zanatta vincitore a Cittadella (PD) e a Sara Dossena, prima sia a Milano che a Cittadella nel suo ottimo finale di 2019, senza dimenticare l’acuto di Valeria Straneo a Verona in febbraio. Considerando però le rispettive carte d’identità, non sono segnali incoraggianti per il futuro.
I VINCITORI DELLE TOP 10 DI MARATONA