Ha destato grande scalpore il nuovo primato mondiale sui 10 km su strada stabilito a Valencia (ESP) dal kenyano Rhonex Kipruto, in 26’24”, che migliora di 14” il primato stabilito appena un mese e mezzo fa dall’ugandese Joshua Cheptegei, campione del mondo dei 10000 su pista a Doha dove lo stesso Kipruto era stato terzo. A ben guardare il tempo del kenyano è eccezionale perché su pista solamente in due sono riusciti a correre più forte, i campionissimi etiopi Kenenisa Bekele (26’17”5e) e Haile Gebrselassie (26’22”75). Il che significa che lo stesso record kenyano è più lento.
La prestazione di Kipruto è solamente l’ultimo anello di un’evoluzione della specialità che negli ultimissimi anni ha avuto un vero e proprio boom: analizzando l’enorme calendario mondiale del 2019 e prendendo in considerazione solamente le prove con un tempo del vincitore inferiore ai 30 minuti o delle donne ai 35, abbiamo contato più di 450 gare. Un numero straordinario, che certifica una qualità verso l’alto della specialità ma soprattutto il fatto che correre sui 10 km, o ancor meglio organizzare una gara di 10 km, è diventato di moda, in ogni parte del mondo.
Le cause sono tante: dal punto di vista organizzativo bisogna pensare ad esempio che allestire una prova di 10 km è molto più semplice che una mezza maratona (per non dire dei 42,195 km) perché viene interessata una minima porzione della città consentendo una più facile gestione del traffico; perché il tempo di effettuazione della manifestazione nel suo complesso è molto ridotto; perché la distanza è accessibile praticamente a tutti e questo consente di avere facilmente numeri sufficienti per coprire i costi. Ciò però non basta, non può bastare: si cercano infatti percorsi sempre più scorrevoli per invogliare i campioni della pista a mettersi in gioco e questo ha fatto dei 10 km su strada il vero punto d’incontro fra chi privilegia la pista e chi invece ha ambizioni “on the road”.
La crescita qualitativa è quindi evidente: nel 2019 ci sono state 64 prestazioni maschili sotto i 28 minuti, mentre fra le donne per addirittura 99 volte si è sceso sotto i 32 minuti. Analizzando le graduatorie, quello che stupisce è l’estrema disparità fra Kenya ed Etiopia: se sulla mezza e in maratona c’è ormai un equilibrio fra le due superpotenze e su pista gli etiopi hanno in questo momento una supremazia sui rivali, nella 10 km su strada i kenyani schiacciano la concorrenza. Fra le 64 prestazioni maschili, 33 sono kenyane contro 15 etiopi e fra le donne la proporzione è pressoché identica, 53 contro 26.
L’affermazione delle 10 km su strada è un fenomeno che coinvolge anche l’Italia: ogni domenica si moltiplicano le prove sulla distanza e spesso sono di valore cronometrico molto interessante, basti pensare all’ultimo dell’anno con le due sfide di Roma e Bolzano che hanno richiamato l’attenzione mondiale. Curiosamente c’è poi una data particolarmente ricca di eventi sui 10 km: è il 1 maggio, dove al Nord come al Sud fioriscono gli eventi anche con una certa tradizione, esattamente come avviene negli Usa per la Festa del Ringraziamento. Tanto impegno sta coinvolgendo sempre più i mezzofondisti italiani, quelli che privilegiano la pista, anche se c’è ancora da attendere per vedere un generale progresso qualitativo sulla distanza. Il nuovo primato italiano stabilito da Daniele Meucci sempre a Valencia, 28’08” in una gara peraltro non preparata particolarmente, è comunque un segnale incoraggiante, anche se il record europeo dello svizzero Wanders (anche questo migliorato a Valencia, città dalle strade velocissime) è avanti di poco meno di un minuto.
TOP 10 MONDIALE ALL TIME