2017 ANNO TOPICO PER LA MTB AZZURRA E' un anno fondamentale quello che attende la Mtb italiana: siamo all'indomani di un'Olimpiade che ha lasciato il settore italiano a mani vuote anche se gli azzurri, Fontana nella prima parte e Braidot in quella centrale sono stati protagonisti facendo anche sognare. Il problema della mountain bike nazionale in questo momento è proprio questo stato di "vorrei ma non posso", presentarsi sempre con legittime ambizioni salvo poi tornare a casa con tanto rammarico. E' una situazione che riguarda un po' tutti i settori: nel cross country maschile i big azzurri hanno tutti cambiato maglia alla ricerca di nuovi stimoli, nuove situazioni, nuove spinte verso il vertice. Fontana è chiamato a cogliere quei risultati, leggasi vittoria in una tappa di Coppa, ai quali è sempre andato vicino senza mai riuscire, Tiberi e i Braidot a confermarsi in pianta stabile nell'elite internazionale alla quale aspira anche Kerschbaumer, obbligato a fare quel salto di qualità che, a parte qualche sporadica occasione, non ha ancora compiuto dopo le tante promesse fatte nelle categorie giovanili volate a suon di titoli. Fra i giovani la situazione è obiettivamente difficile, non si vedono grandi talenti, ma c'è un Gioele Bertolini che scalpita fra gli Under 23 dopo una bellissima stagione nel ciclocross. Fra le donne la Lechner è chiamata a mettere fine a una stagione molto deludente e a ritrovare soprattutto quella resistenza alle alte intensità che le aveva permesso di cogliere ripetuti piazzamenti in Coppa. Nel frattempo dalle nuove generazioni, mai così prodighe di talento, si attendono segnali, con la Teocchi e la Rabensteiner che ormai hanno messo da parte sufficienti esperienze e la Berta, non per niente unica medagliata azzurra nelle due ultime edizioni mondiali, al suo esordio fra le Under 23 con dietro un grande apparato tecnico come quello messo a disposizione dalla BH-SR Suntour francese.
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