Il fatto che quello delle Granfondo sia un mondo solamente maschile è un pregiudizio che ormai non ha più ragione d’essere. La Laigueglia in Rosa, manifestazione di fine stagione riservata solamente alle donne, più che un premio per le stesse è la dimostrazione che ormai si sono raggiunti numeri che permettono la sussistenza di eventi loro riservati e questo è un grande risultato, una sorta di sdoganamento del ciclismo al femminile che d’altronde, al massimo livello, già da qualche anno sta raccogliendo grandi risultati, sia su strada che su pista.
E’ chiaro che un paragone con l’universo maschile non può essere fatto, le differenze numeriche sono troppo elevate e questo influisce anche sull’andamento delle corse con un nugolo più ampio di atlete che raccolgono 5 o più successi. La classifica delle plurivincitrici ha un clamoroso ex aequo con tre atlete che hanno raggiunto la doppia cifra di successi. Barbara Lancioni, Erica Magnaldi e Simona Parente, in rigoroso ordine alfabetico hanno avuto il grande pregio di mantenere un elevato stato di forma sin dall’avvio di stagione fino alla sua conclusione, diversificando anche i successi in base alle caratteristiche tecniche delle corse. Una citazione di merito spetta alla Magnaldi, sempre accompagnata dal padre col quale ha spesso condiviso il podio delle grandi manifestazioni (naturalmente nelle rispettive categorie) che ha ottenuto la doppietta nelle due Granfondo più famose, Nove Colli e Maratona dles Dolomites, anche se ha scelto nel primo caso il percorso medio.
L’obiettivo delle 10 vittorie è stato sfiorato da altre due ragazze, Elena Cairo, considerata una delle più grandi specialiste nel panorama centro-meridionale e Serena Gazzini, che ha cominciato la sua collezione a fine aprile a Firenze per completarla a Peschiera del Garda in settembre. 8 vittorie per Manuela Sonzogni, pronta a scalare la classifica in un 2018 che si preannuncia combattutissimo sin dalle prime gare di febbraio.