Nibali ci ha provato, più volte, a staccare il rivale, ma Froome anche con l’aiuto della sua dominante squadra non ha mai perso se non pochissimi metri poi agilmente ripresi. Considerando anche che i km a cronometro sono stati dalla parte del britannico, Nibali sembra condannato a rimanere dietro, dovendosi semmai guardare alle spalle in una classifica per il podio ancora abbastanza corta. E’ chiaro però che lo Squalo (anche lui in forma decisamente migliore rispetto al Giro) punta al bersaglio grosso ed è uno dei pochi a correre mettendoci anche la fantasia. Per Fabio Aru invece ci troviamo a dover ripetere l’analisi emersa al Tour: la sua condizione è solo discreta e non gli permette di emergere, mancano lavori di allenamento persi nella prima parte della stagione. La corsa si è messa in modo tale che Aru, che ancora è 7° in classifica a poco più di 3 minuti, potrebbe diventare un ottimo punto di appoggio per il colombiano Miguel Angel Lopez, già vincitore di due tappe e che proprio sull’Angliru potrebbe spiccare il volo con meta il podio finale. Podio che vede fra i principali pretendenti anche il russo Ilnur Zakarin e l’olandese Wilco Kelderman, vera sorpresa di quest’edizione della corsa iberica, altro tulipano che emerge nelle corse a tappe ma che a differenza di gente come Dumoulin, Mollema, Kruijswik preferisce correre di rimessa, rimanendo sempre a ruota per centellinare le sue energie. Nell’ultima settimana emergerà chi avrà più risorse dalla propria parte e la speranza è che Nibali non abbia speso troppo nei suoi attacchi a Froome. Attenzione poi a Contador, lo spagnolo fin qui commovente nei suoi affondi, ancora a galla in classifica ma che sembra più orientato a mettere la firma su una tappa (l’Angliru?) per poi salutare la compagnia da grande campione qual è. |