Il Cannibale. Così veniva chiamato Eddy Merckx, il vincitore per antonomasia nel ciclismo professionistico, uno che non lasciava da parte neanche i circuiti sotto casa. Nino Schurter sembra essere diventato lo stesso, ormai non ha più avversari. A Vallnord, la stazione turistica del Principato di Andorra, il campione elvetico della Scott Sram ha colto la sua terza vittoria in Coppa del Mondo in tre prove, imponendo sin dall’inizio la sua legge con un vantaggio che andava allargandosi con una superiorità sul gruppo degli inseguitori che è sembrata imbarazzante. Nel finale il campione olimpico e mondiale si è potuto permettere il lusso di rallentare andando a vincere con 18” sul connazionale Mathias Fluckiger che in volata ha preceduto il francese Jordan Sarrou, emersi nel finale da una gara dove il fatto di gareggiare a oltre 2.000 metri di quota ha messo in difficoltà molti, primi fra tutti gli azzurri autori nel loro complesso di una prova opaca dalla quale si è parzialmente elevato solo Luca Braidot, il biker dei Carabinieri che con un buon finale (9° tempo nell’ultimo giro) ha chiuso 16°. Il verdetto della gara femminile è identico a quello della precedente prova di Albstadt, ma stavolta l’ucraina Yana Belomoina (Sandd American Eagle, nella foto) non ha atteso il finale per emergere, ha subito fatto la differenza senza mai essere disturbata dalle avversarie. Dietro sono emerse le reduci del Mondiale Marathon con la danese Annika Langvad (Specialized), vincitrice domenica a Singen, che ha chiuso seconda a 1’37” davanti all’intramontabile norvegese Gunn-Rita Dahle Flesjaa (Merida) terza come sulla distanza lunga. Italiane? Purtroppo mere comparse, un ruolo al quale sembra siano ormai abituate. |