La grande avventura è appena cominciata: dalle strade tedesche di Dusseldorf ha preso il via il Tour de France, l’evento che da sempre caratterizza le estati sportive. Tre settimane per eleggere la nuova maglia gialla che tutti sono pronti a scommettere finirà ancora sulle spalle del britannico Chris Froome, il campione del Team Sky alla ricerca del suo quarto sigillo. Eppure le incognite sulla strada di Parigi sono tante, prime fra tutte le cadute che alla Grande Boucle sono all’ordine del giorno e il britannico se n’è ricordato già alla prima tappa, quando è scivolato a una rotonda insieme a una trentina di corridori pur se viaggiava nelle posizioni di testa del gruppo. Niente di grave ma tanta paura, ben diverso il destino di Alejandro Valverde, il cui Tour è durato pochissimi km, poi una caduta in una curva della cronometro di apertura l’ha messo subito fuori gioco, privando la Movistar di una valida alternativa al colombiano Nairo Quintana. Uno svantaggio o un pensiero in meno per il sudamericano, uscito ridimensionato dal Giro? Solo l’evoluzione della corsa potrà dirlo. L’impressione è che mai come quest’anno Froome si trovi a fronteggiare la voglia di scalzarlo da parte di tanti pretendenti al trono. Forse Alberto Contador è troppo in là con gli anni per avere ambizioni di vittoria, ma lo spagnolo resta sempre uno dei più completi del gruppo, capace di emergere in salita come a cronometro e dalla sua c’è anche l’enorme esperienza. Tutti indicano però la vera alternativa a Froome nell’australiano Richie Porte (Bmc), che sembra giunto alla piena maturazione, capace di emergere anche nelle corse a tappe più lunghe dopo aver dimostrato di essere uno dei migliori nelle gare fino a una settimana. Tre settimane sono però un agglomerato di esperienze, sensazioni, avversità che mettono ampiamente alla prova e Porte deve ancora dare prova della sua accresciuta resistenza. Froome ha in casa un altro elemento di punta, quel Geraint Thomas che abbiamo visto anche al Giro messo KO dalla sfortuna ma capace di alcuni colpi a effetto. Al Tour il britannico ha subito indossato la maglia gialla nella cronometro e si candida come luogotenente preziosissimo per il connazionale, ma c’è anche un altro britannico da tenere d’occhio, Sean Yates (Orica-Scott) anche lui uscito rinvigorito dal Giro d’Italia e da tenere sotto controllo come anche il francese Romain Bardet (AG2R). E poi c’è lui, Fabio Aru (Astana) con la nuovissima maglia di campione italiano indosso. Le prime montagne diranno subito quali potranno essere le ambizioni del sardo, che dopo la cronometro ha già 40” di ritardo da Froome, tutto sarà nel capire se ha nelle gambe lo scatto capace di fare la differenza. Il Tour vive due vite parallele: quella della classifica generale e quella per le vittorie di tappa, visto che rispetto al Giro ha molte più chances per i velocisti. Ci sono davvero tutti i migliori, salvo quel Gaviria che ha sorpreso tutti al Giro. Il tedesco Kittel (Quicksteo-Floors) ha messo subito la sua firma (nella foto lo sprint vincente della prima tappa a Liegi), ma il connazionale Greipel (Lotto Soudal), il campione francese Demare (Fdj), l’eterno britannico Cavendish (Dimension Data) vogliono mettergli i bastoni fra le ruote e anche il nostro Sonny Colbrelli (Bahrain Merida) vorrebbe trovare spazio. Mail Tour riserva sempre colpi a sensazione e il primo botto è l’esclusione dopo appena quattro tappe del campione del mondo Peter Sagan (Bora- Hansgrohe) colpevole di aver causato la caduta di Cavendish. Pugno duro, forse troppo degli organizzatori ma intanto il campione slovacco una sua firma l’aveva già messa. Un’ultima annotazione: gli italiani in gara sono 18, il secondo contingente per numero dietro alla Francia padrona di casa. Siamo usciti dal Giro con una sola vittoria, il Tour è chiamato da dire se il ciclismo italiano, gravemente malato, dà segni di anche timida guarigione. E notizia dell'ultima ora, quasi che l'avessero letto da poco, ecco la fantastica vittoria di Fabio Aru nella quinta tappa del tour, che apre addirittura prospettive di podio finale per il " cavaliere dei 4 mori ". |