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I SINTOMI DELLA CRISI
di Stefano Conca
La vita è fatta di alti e bassi, di storie che cominciano e storie che finiscono, di amori impossibili ed effimeri. Ma anche di dolore, di sofferenza, abbandoni e separazioni.
 
Anche la passione per il ciclismo, esattamente come per ogni altra cosa, può improvvisamente venire meno, o attraversare un periodo buio.
 
Vediamo allora i classici sintomi del cicloamatore in crisi:
• Inappetenza o aumento del peso. Le sessioni d'allenamento, senza un obiettivo a corto raggio, cominciano a diminuire. Il guerriero delle due ruote, improvvisamente si ritrova a passare più tempo sul divano che in bici, l'appetito per i lunghi chilometraggi cala, fino a diventare quasi inesistente. In compenso, Il controllo del peso va a pallino; tutto ciò che prima veniva vaporizzato in sella, adesso si accumula sul ventre, trasformando la tartaruga
in una foca.
• Perdita di interesse. Il cicloamatore in crisi che normalmente è il primo ad arrivare
nella sede del team e a farsi promotore di tutta la parte logistica del giro della domenica, inventa una scusa qualsiasi, dà la colpa alla moglie (cosí che nessuno noti la differenza rispetto al solito) e non si presenta all'appuntamento. Sparisce e non risponde al telefono
per giorni. Ma soprattutto non partecipa più all'attività di animazione del gruppo whatsapp con le vignette sul ciclismo ignorante.
• Disturbi del sonno. Il cicloamatore che prima si devastava di bici e che per questo precipitava in uno stato di perdita di coscienza per un'intera settimana, adesso è vigile, comincia a soffrire di ipersonnia, insonnia o frequenti risvegli durante la notte.
• Sbalzi di umore. Un momento euforico e l'istante dopo ombroso senza alcun motivo oggettivo.
• Aumento effimero di capitale. Quando l'attività ciclistica diminuisce fino a sparire, si riducono anche le spese per sostenerla. Camere d'aria, compertoncini, accessori vari, prodotti per la manutenzione, ed inutili upgrade, non sono più necessari e soprattutto "giustificabili". All'inizio questo genera cassa e maggiore liquidità nell'economia familiare. Poi, in seguito e nemmeno dopo tanto, nuove compensazioni anche meno edificanti del ciclismo ne prenderanno il posto.
• Bassa autostima. Non serve essere Vincenzo Nibali per sentirsi un campione. La vittoria sulla fatica in bici, lo faceva sentire il supereroe di casa. Adesso il massimo dell'impresa
sono le scale. L'uomo col mantello e la maschera ha perso i superpoteri. Durante la crisi,
l'ex fedele delle due ruote leggere si eclissa, perde di smalto e ritorna ad essere un
comune mortale.
• Tono muscolare in picchiata. Le gambe di un ciclista sono un opera d'arte, non importa quanto siano grandi, lunghe o veloci. Ma tutte assumuno una forma sana e prestante. I quadricipiti crescono e vanno a riempire tutti gli spazi. Sostengono il ginocchio e quasi lo sovrastano. Quando un cicloamatore attraversa una crisi, le gambe dei pantaloni diventano larghe e la vita decisamente stretta!
 
La lista dei sintomi potrebbe continuare e ognuno di essi è un chiaro segno di qualcosa
che non va, che si è rotto. La pratica del ciclismo è un'attività dura, che richiede impegno costante, tempo ma soprattutto tanta dedizione. Ed è esattamente come avviene in un rapporto di coppia, non si può pensare che l'innamoramento duri in eterno. I sentimenti cambiano, si trasformano ed evolvono. Cosí quando le motivazioni calano, quando la voglia manca, serve un deciso colpo di reni per continuare a crederci; per superare il momento di crisi, non bisogna pensare e farsi vincere dalla tristezza. Occorre alzarsi, mettere da parte le esitazioni e compiere un atto di fede. 🙏🏼🙏🏼🙏🏼
Credito foto : <a href='https://it 123rf.com/profile_skdesign'>skdesign /123RF Archivio Fotografico</a>
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