Una domenica delle gran fondo, quella appena passata, con eventi da 1.000 classificati di media (Monregalesi, San Benedetto, Valdagno), nonostante una bella giornata meteo, che conferma come certi numeri si possono fare solo in certe occasioni. Occorre però dire, che sono comunque buoni riscontri numerici, se non si pensasse troppo al recente passato o al “giardino del vicino”. Il we scorso però è stato caratterizzato dall'addio di Totti, dalla doppietta Ferrari a Montecarlo, ma per gli appassionati di ciclismo, dalle ultime tappe del Giro d’Italia che mai come quest’anno, ci ha entusiasmato. Per la lotta “sportiva" dei primi in classifica; per l’incertezza della classifica fino all’ultimo km; per la combattività di alcuni corridori; per gli scenari toccati dal percorso; persino per una Milano che, con l’opzione della cronometro finale, è sembrata un’altra città rispetto alle passate esperienze col Giro; ma sopratutto per il ricordo dei protagonisti di 100 edizioni (e oltre 100 anni) attraverso partenze mirate e dedicate. L’immagine Italia esce rinforzata da questa edizione, molto meno quella dei corridori con il solo Nibali da salvare dal naufragio. |