Il popolo dei ciclisti non è poi così diverso da qualsiasi altro, e così con le debite proporzioni e modulazioni relative al gesto atletico, l'uomo riporta il suo status anche in bici. Riportiamo le categorie più frequenti: La ruspa. Questo cicloamatore non percepisce il suo corpo. Non conosce l'anatomia umana. Sostanzialmente se ne frega. La sua soglia del dolore è più simile a quella marmorea della porta di casa. Il cardio frequenzimetro è uno strumento di libidine per sfigati, come i sensori e tutto il resto. Di solito utilizza un fondello minimale che non cambia da 25 anni. Non avverte ne il caldo ne il freddo. Può pedalare in qualsiasi condizione atmosferica. Non ha mai nulla, non prende un raffreddore dalle elementari, ma se ti dice che si sente poco bene, significa che è gravissimo e gli rimane poco da vivere. L'ipocondriaco. Ha una cultura medico-sportiva eccellente, e una sensibilità del proprio corpo inarrivabile. Come nella celebre fiaba della "Principessa sul pisello", potrebbe percepire un sassolino di 1 mm rimasto appiccicato sullo pneumatico, a 40km/h. Oltre alla fascia cardio e il ciclocomputer di ultima generazione, ha anche l'orologio sportivo con la rilevazione cardio da polso, così da poter incrociare i dati sui battiti e diminuire la possibilità di errore. Ha sempre caldo o sempre freddo; e si va o sempre troppo forte o troppo piano. Non c'è mai niente che vada bene. Se qualcuno racconta di un qualsiasi dolore avuto in bici, la volta successiva ce l’avrà anche lui. Teme costantemente di avere un problema cardiovascolare, o la prostata ingrossata. La cervicalgia, un ernia lombare e qualche menisco lesionato. Non esiste compagno che lo possa rassicurare per più di 10 minuti. Spende immani quantità di denaro in esami medici, visite e controlli biomeccanici. Ha una malattia alla settimana, ma nessuno gli crede. Talmente abituato ad avere qualcosa che quando l'avrà veramente non se ne accorgerà nemmeno lui. L'infortunato cronico. In questa categoria di cicloamatori troviamo quelli che sono sempre infortunati. Non sono ipocondriaci o malati immaginari, sono tendenzialmente sfigati. Hanno una sufficiente conoscenza anatomica e ascoltano i segnali del corpo, il giusto. Passano più tempo dal fisioterapista che sui pedali. Per loro, lo stiramento, lo strappo o la contrattura sono sempre in agguato. Se non li vedi per 3 domeniche di fila, puoi star sicuro che staranno recuperando dall'ultimo infortunio. Se durante una gara c'è una caduta, loro sono nel mezzo. Riporteranno escoriazioni varie e qualche piccola frattura. Potrete anche continuare a pensare che si tratti sempre e solo di coincidenze, anche se noi questa cosa la chiamiamo già da un po' in un modo meno elegante. Come sempre, a questo punto dell'elencazione, ci si aspetterebbe una quarta categoria più equilibrata e dai tratti normali. Ma stavolta non è prevista. La normalità non è di questo mondo. E poi è così terribilmente noiosa… 😁 |