Si continua a parlare del caso Froome, e forse molto deve ancora venire. Purtroppo sono stati già scrtti fiumi di inchiostro e noi certo non vogliamo infierire ulteriormente sui già faraginosi argini di questa ondata di piena. La questione non è chiusa e sospettiamo debbano susseguersi ancora diversi passaggi prima di mettere la parola fine. Registriamo solamente un fatto che attira la nostra attenzione e cioè che campioni di calibro e statura internazionale un po’ in tutte le discipline, siano malati! Infatti abbiamo avuto tenniste malate di diabete che ricorrono al meldoniun, atleti con importanti problemi di infertilità che per la prosecuzione della specie si sottopongono, loro malgrado, ad estenuanti terapie a base di testosterone. E ancora ci sono poi calciatori con evidenti carenze alimentari, avvelenati da carni piene di anabolizzanti. Ed infine una lunga lista di ciclisti professionisti affetti da gravi forme di asma, costretti ad inalare medicinali a base di salbutamolo per non rimanere soffocati durante le salite più dure. Insomma, se da un lato tutto questo fa quasi sorridere (per non piangere), dall’altro lo possiamo considerare come un grande segnale di bio-democrazia nello sport. Certo che una domanda ci viene spontanea: l’idoneità agonistica con tutti quei problemi come riescono a prenderla questi campioni?