Email not displaying correctly? View it in your browser
RITORNA ALLA NEWSLETTER
HA VINTO IL MIGLIORE, PERO'...
di cicloZeman
Ha vinto Chris Froome e questa certamente non può essere considerata una sorpresa, ma il Tour de France di quest’anno è stato certamente il più ricco di spunti degli ultimi anni anche se dal punto di vista strettamente tecnico ha detto poco proprio perché Froome non è mai stato ciclista che ha costruito i suoi trionfi con grandi imprese, quanto con la costanza di rendimento e il controllo. La sensazione che rimane a Tour finito è che il Froome vincitore del 2017 sia stato inferiore a quello degli scorsi anni e che abbiamo avuto ancor più bisogno del controllo e dell’appoggio della squadra per vincere, tanto è vero che un Mikel Landa Meana nella sua forma migliore è stato sacrificato in funzione del massimo obiettivo, privandolo del podio che, con un pò di libertà in più sull’Izoard, avrebbe facilmente conquistato. Il modo di correre di Froome non può piacere, troppo calcolatore e privo di guizzi, ma tant’è, alla fine svetta sempre lui.
 
E’ stato il Tour di Fabio Aru, inutile nasconderlo e sembra strano dirlo a fronte di un quinto posto finale, ma il sardo ha fatto realmente sognare, anche troppo a una settimana dal termine, quando si sognava la grande impresa e c’era anche chi parlava di podio finale come di una sconfitta. Alla fine Aru ha chiuso in calando e questo è normale sapendo che la sua preparazione è stata affrettata a causa dell’incidente d’inizio stagione quando, non dimentichiamolo, il sardo stava preparando il Giro e non il Tour. La bronchite ha acuito la mancanza di resistenza e fondo del sardo che però resta colui che ha acceso la miccia del Tour e la vittoria a La Planche des Belles Filles resta una perla per tutta la stagione italiana. Per il resto la spedizione azzurra, la seconda per numeri, ha confermato la crisi profonda nella quale versa il ciclismo su strada nazionale: finché non avremo qualche team in grado d’investire sui nostri, ci sarà poco da fare.
 
Chi esce dal Tour rinfrancato è il ciclismo francese che ormai da decenni arrancava a livello professionistico. Ora comincia a vedersi qualcosa e come al Giro c’era stato Pinot sul podio, qui è emerso Romain Bardet, atleta di ottimo livello. I paragoni con Hinault e Fignon sono certamente ingenerosi, ma si tratta di un atleta di grande valore che nelle corse a tappe costituirà un fattore anche in futuro, lo stesso dicasi per Barguil che porta a casa due vittorie di tappa e la classifica della montagna, ma sembra atleta in grado di puntare anche alla classifica.
 
Per il resto la sensazione è che il livello generale sia tendente un pò più al basso, soprattutto considerando un Contador in chiara fase discendente e un Quintana che esce fortemente ridimensionato da tutta la stagione dei grandi Giri. Continuando così la collezione di successi di Froome rischia di allungarsi…
Crediti foto: bettiniphoto_per_sidi.com