ELIA VIVIANI (Team Sky): Molti sapendo del suo abbandono della pista avevano storto il naso, ma l’estate di Viviani è stata da fuochi d’artificio, con vittorie in serie (Amburgo e l’argento europeo. E’ mancato al Mondiale, capitato in una giornata storta, ma la sua condizione era già in calo.
DOMENICO POZZOVIVO (Ag2r La Mondiale): A 35 anni il corridore lucano ha dimostrato di essere ancora fra i migliori scalatori, quasi l’ultimo esponente di una razza in estinzione, almeno dalle nostre parti. Passando alla corte di Nibali potrà essere molto utile allo Squalo nelle tappe più dure.
ALBERTO BETTIOL (Cannondale Drapac): Pur senza grandissime vittorie, si è messo in evidenza come uno dei migliori prospetti, i suoi 24 anni lo indicano come una delle grandi speranze del ciclismo italiano, molto apprezzato anche all’estero. Il 2018 deve essere l’anno della sua consacrazione.
SIMONE CONSONNI (UAE Team Emirates): Un moto perpetuo che non si ferma mai. Fortissimo in volata, si esalta anche su pista ed è colonna portante del quartetto dell’inseguimento campione d’Europa e bronzo mondiale. Deve però gestirsi meglio, selezionando gli eventi e correndo un po’ meno.
FILIPPO GANNA (UAE Team Emirates): Parlando di pista non possiamo dimenticare il campione europeo di inseguimento, oltre che argento mondiale e altro componente del quartetto. È un campione assoluto che potrebbe emergere anche su strada in gare come la Roubaix o nelle cronometro.
FRANCO PELLIZOTTI (Bahrain Merida): A 39 anni il decano dei professionisti italiani ha recitato ancora una parte da protagonista alla Vuelta, come grande gregario di Nibali. Di corridori simili tutti i grandi del pedale avrebbero bisogno e per il suo spirito di sacrificio sarà utilissimo anche nel 2018.
DIEGO ULISSI (UAE Team Emirates): E’ 15° nel ranking Uci, secondo italiano dopo Nibali, ma la sua promozione è avvenuta solo in extremis grazie a un buon finale di stagione illuminato dalla vittoria al Giro di Turchia. Può e deve fare di più, soprattutto nelle classiche.