E’ un mercato scoppiettante quello che il ciclismo professionistico sta vivendo in queste ore: quando la stagione deve ancora vivere capitoli importanti, dai Mondiali al Giro di Lombardia, le squadre del World Tour stanno già facendo i conti in tasca per rimescolare le carte e cercare di rafforzarsi in vista della prossima stagione. Il primo dato che si evince è l’estrema difficoltà che le varie squadre hanno nel trovare punte in grado di ben figurare nelle classifiche generali dei grandi Giri, testimonianza di un’estrema rarità di talenti così completi. Per questo l’oggetto proibito del mercato è Fabio Aru, i cui malesseri con l’Astana sono tenuti sotto osservazione praticamente da tutte le altre squadre che stanno facendo piovere offerte al campione sardo pensando non solo al suo ingaggio ma anche a mettergli a disposizione una squadra competitiva. In prima fila ci sono Trek Segafredo e UAE Emirates, ma altre squadre sono alla finestra. Se per i grandi Giri c’è poco movimento, per i velocisti non altrettanto per il mercato, infatti, c’è stato un clamoroso giro di maglie che ha coinvolto anche gli italiani, con Elia Viviani approdato alla Quickstep per sostituire quello che per molti è il numero 1 in assoluto per le volate, il tedesco Marcel Kittel passato alla Katusha Alpecin. Anche Matteo Trentin dopo i trionfi della Vuelta cambia destinazione, andando all’Orica Scott con la speranza di avere la squadra a sua disposizione nella costruzione delle volate e non più come lui stesso attendente di un altro velocista. I contratti nel ciclismo possono essere depositati dal 1 agosto, quindi il ciclomercato sta vivendo ore febbrili per la definizione dei rooster per la prossima stagione. E’ chiaro che la settimana iridata di Bergen è in questi termini fondamentale e per questo molti dirigenti e procuratori sono in Norvegia, lavorando febbrilmente nelle hall degli alberghi per raggiungere accordi per la maggior parte pluriennali. La sensazione è che il grosso sia stato già fatto, ma molto si lavora anche guardando ai valori in campo fra i più giovani, per questo le gare Under 23 sono particolarmente seguite e il fatto che gli italiani non siano protagonisti in questa categoria come avveniva un tempo è un segnale che andrebbe valutato con molta attenzione dai vertici nazionali del movimento. |