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CICLO & SOCIAL
di Stefano Conca
Le persone pensano social, mangiano social, camminano, corrono e fanno sport social. Il mondo è social. Siamo in quasi 2 miliardi ad avere un account su Facebook. Diamo un’occhiata a come il fedelissimo delle due ruote sottili e leggere gestisce la sua pagina con la cornice blu.....
 
A tutto social. In questo raggruppamento troviamo il cicloamatore ossessionato dalla “presa diretta”.Questo sportivo ha una dotazione multimediale che può facilmente oltrepassare la soglia dei 2K euro. Sensori di tutti i tipi, enormi ciclocomputer di ultima generazione, sofisticate minicamere grandi come cimici, radar per il rilevamento del traffico, e un drone che lo segue per le riprese dall’alto, il tutto collegato ad uno potente smartphone per “postare” in tempo reale tutti i parametri vitali, quelli realtivi alla sessione e il video di ciò che sta accadendo. La privacy della pagina Facebook è settata su "VIA LATTEA" il che ne rende possibile l’accesso a chiunque. Se mai esistessero forme di vita nell’universo, queste non avrebbero bisogno di complicate ricognizioni per studiarci. Basterebbe visitare la pagina FB di questo ciclotipo per sapere usi, consumi ed apparato cardiocircolatorio di “quel” genere umano.
 
Advertising. Questo cicloamatore è frequentemente connesso ma non tanto per il “soggetto” performance, piuttosto per l’”oggetto” bici e tutto l’ecosistema. La sua pagina scoppia letteralmente di immagini di biciclette di ogni tipo. Non esiste negozio, azienda, o brand online che non segua. Sul suo account scorre qualsiasi prodotto abbia a che fare col ciclismo di razza. La sua applicazione ha ormai imparato a mettere i like autonomamente e qualsiasi cosa circoli sul web! Se non sai dove poter acquistare qualcosa in particolare, o più semplicemente sei alla ricerca di un ispirazione per farti un regalo, non c’è bisogno di rivolgersi ad Amazon, basta visionare la pagina di questo cicloamatore per trovare la risposta.
 
Il romanticone. Se non fosse per l’alta considerazione nutrita per il popolo dei ciclisti, ci sarebbe da pensare ad una forma di “deviazione” piuttosto preoccupante. Questo cicloamatore posta centinaia di foto della sua bicicletta in tutte le pose possibili: appoggiata ad un albero di una bosco, comodamente adagiata su un letto di foglie, spettinata dal vento di fronte al mare d’inverno, sul lettone della camera da letto, in mezzo alla candida neve. Le didascalie gocciolano miele e trasudano cuoricini. Forse un po’ eccessivo, ma sempre meglio del “postatore” di gattini!!!
 
Lo stalker. Alcuni profili Facebook sembrano case disabitate; ci trovi al massimo una foto di una bicicletta, un casco e niente più. Spesso l’immagine è di scarsissima qualità, magari la foto di una vecchia foto. Il che appare strano se si considera la quantità enorme di app e strumenti per l’editing. E allora? Dove sono i proprietari di queste pagine? Alcuni probabilmente non hanno ne tempo ne voglia di alimentarle e le lasciano morire lentamente, ma ATTENZIONE!! Dietro questi profili magri e mal nutriti si nascondono gli stalker! Sono cicloamatori che passano ore ad osservare gli altri. Sono silenti ma particolarmente attivi. Non postano nulla per eccessiva protezione della propria privacy, ma stanno sempre a guardare chi lo permette. Ogni tanto inciampano e si rivelano, facendo riferimento ad una foto, un’allenamento, un nuovo acquisto di un compagno, di cui si poteva esserne a conoscenza solo tramite Facebook!
 
Poi c’è il NOSOCIAL, il che fa pensare per assonanza al noglobal, ed in effetti, in qualche misura, ci assomiglia. E’ un cicloamatore d’altri tempi, non ha sensori, non ha nessun ciclocomputer, al massima un vecchio e basilare contachilometri a filo. Ha ancora il cellulare che usa SOLO per telefonare; il touch è roba per pervertiti. Va a sensazione e i social possono stare la dove sono. Concluderà l’esistenza ignorando con strafottenza quel paio di miliardi di esseri umani che vivono connessi ai social, ma non per questo andrà meno forte in bici!
 
A tutti indifferentemente dall’appartenenza un buon Natale.
Credito foto: https://www.visualvisitor.com/
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