Il ciclocross è ormai padrone delle domeniche offroad, anche se qualche Granfondo è ancora in programma e anche a livello internazionale si susseguono gli appuntamenti, soprattutto in località esotiche. La stagione sui prati è già entrata nel vivo, con i principali protagonisti già in lotta per le varie challenge, in attesa che anche qualche esponente della Mtb si metta in gioco. Finora la stagione è stata nitidamente nel segno di Mathieu Van Der Poel (nella foto della homepage): protagonista assoluto nella primavera della Mtb tanto da lottare in qualche caso con il grande Schurter, l’olandese era atteso a un grande Mondiale, ma d’estate ha saggiamente staccato la spina per preparare la stagione della sua disciplina di base, iniziando a spron battuto con le vittorie nelle due tappe americane di Coppa del Mondo e con i successi nelle prime due prove del Superprestige a Gieten. Sono proprio queste ultime due a dare lo specchio della situazione perché a differenza di quanto avvenuto a settembre oltre Atlantico, era in gara anche il campione del mondo Wout Van Aert, incapace però di reggere l’urto del tulipano. La stagione è lunga e avrà il suo clou a fine gennaio, il belga ha scelto un approccio più soft, quindi c’è da credere che le gerarchie potranno anche cambiare, ma intanto per la scuola belga che fino a pochissime stagioni fa dominava incontrastata trasformando ogni gara internazionale in una sorta di campionato interno, l’inizio di stagione è stata largamente deludente, visto che anche nella tappa di apertura dell’altro circuito di riferimento, il DDV con classifiche a tempi invece che a punti, la vittoria è andata all’olandese Van der Saar. Se in campo maschile c’è stato finora un dominatore assoluto, fra le donne regna l’incertezza: cinque gare internazionali e quattro vincitrici diverse, con la sola olandese Kaptheijns capace di una doppietta. Questo contribuisce allo spettacolo con l’iridata belga Sanne Cant ancora alla ricerca della miglior condizione a dispetto del successo in Coppa a Waterloo (USA). Rispetto all’ambito maschile, c’è maggiore concorrenza, con britanniche, americane, atlete dell’Est Europa in primo piano, non solo belghe e olandesi. E anche l’Italia fa capolino, più con la specialista Arzuffi (sotto nella foto), quinta a Gieten che con la Lechner ancora lontana dai livelli ai quali ci aveva abituati. |