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IL CICLISTA E LA PROSTATA
di Stefano Conca
Andare in bici fa bene. Ti permette di passare del tempo all’aria aperta in quasi tutte le stagioni. Rispetto ad altri sport di endurance, come il running, è molto meno traumatico, preserva le articolazioni e la schiena. E’ un’attività che se fatta coi ritmi giusti, migliora moltissimo il sistema cardiocircolatorio ed immunitario, allenando e mantenendo la zona aerobica attiva. Tuttavia nemmeno questo splendido sport è esente da controindicazioni. La strada può essere molto pericolosa, le cadute sono da mettere in conto, ma soprattutto si possono avere problemi nella area perineale derivanti dall’uso intensivo della sella. La prostata (questa sconosciuta) e’ una ghiandola presente solo negli uomini, grande quanto una noce che sta tra la base della vescica e il canale uretrale. Il ruolo primario è quello della produzione del liquido seminale e il controllo del flusso di urina durante la minzione. Inoltre intorno ad essa si posizionano complesse strutture muscolari e nervose responsabili di molte funzioni importanti, tra cui l’erezione. La prostata non è molto distante dalla zona perineale, ed è per questo che una eccessiva pressione della sella, “potrebbe” essere una delle cause della tanto temuta prostatite, da cui derivano diversi fastidi, disfunzioni, e nei casi più gravi: malattie. Insomma, una “cosa” così piccola, può generare problemi così grandi? Ebbene si! Ma c’entra veramente la sella? Gli uomini ignorano per lunga parte della vita questa ghiandola collocata da qualche parte nella zona pelvica. Lei sta lì da sempre e silenziosamente esegue i suoi compiti, senza dare nessun segnale. Fino a 40 anni è una noce, dai 50 in su è più simile ad una grossa castagna, per divenire una specie di pesca in età avanzata. Il cicloamatore fedele e religioso alle due ruote leggere e sottili, sa dell’esistenza di questo misterioso “componente” umano ma lo ignora opportunamente, finché una mattina qualunque, un fastidio “nuovo” gli attanaglia le viscere, rende complicata e dolorosa la minzione e lo costringe a ricorrere allo specialista più temuto di sempre: l’urologo. Questa branca della medicina sta al ciclista, come il diavolo all’acqua santa. Il cicloamatore affronta l’ispezione rettale con lo stesso terrore di un trapianto di rene, e non tanto perché sia doloroso, piuttosto perché quell’entità grigia, ha il potere di pronunciare il comando più temuto: basta bici! Fortunatamente la verità e’ abbastanza diversa, e non esiste nessuna correlazione scientifica tra la pressione perineale e l’infiammazione della prostata. Tuttavia, se la ghiandola duole ed è ingrossata, meglio diminuire o sospendere per un periodo l’attività ciclistica. E allora da dove deriva la prostatite? La riposta sarebbe lunga, articolata e a tratti complessa; un giorno ci addentreremo anche in questo interessante argomento. Per il momento mi accontenterò di consigliarvi una sella che vi stia comoda, e non importa se con lo scarico così detto anti-prostatite, oppure no. L’importante è che sia della vostra misura, e che le grandi tuberosità ischiatiche appoggino comodamente. Inoltre trovatevi un pantaloncino con un fondello di qualità. Risparmiare sulla salute, non è mai un investimento azzeccato!
Credito foto: www.sellesmp.com
Credito foto homepage: Archivio Sport Service
Sport Service S.r.l. Milano, Via Smareglia Antonio, 7