Dovendo celebrare i vincitori della Vuelta d’Espana, il primo nome che va citato è quello… della Vuelta stessa. Inutile girarci intorno, la gara spagnola è stata la più bella fra i tre grandi Giri e questo si sta ripetendo con costanza nel corso delle stagioni. Frutto di una posizione nel calendario che favorisce la gara se è interpretata dai campioni nella maniera migliore: questa volta Froome, Nibali, Contador hanno dato il meglio, qualcun altro la lezione deve ancora impararla (vedi i francesi Bardet e Barguil, ancora “cotti” dalle imprese del Tour). Il successo della Vuelta paradossalmente va a penalizzare ancor di più il Giro, che arriva per primo e che per molti è ancora visto come inferiore alle altre due gare e quindi, da parte dei team del World Tour, da interpretare o con la “squadra B” o come preparazione al Tour. La vittoria di Froome potrebbe però cambiare le cose e non è improbabile che il britannico pensi di attraversare le Alpi con il bellicoso proposito di completare la sua collezione e cogliere la sua terza vittoria consecutiva in una grande corsa a tappe come solo Hinault e Merckx seppero fare (ma anche loro non nello stesso anno). Froome ha onorato la Vuelta come meglio non poteva: altro corridore, altra disponibilità al sacrificio rispetto al Tour vinto con una condizione non ottimale e centellinando gli sforzi. In Spagna il britannico si è messo in gioco, ha vinto sia in salita che a cronometro, ha anche incassato sconfitte ma come i grandi pugili, al round successivo ha restituito i colpi con gli interessi. Una vittoria che lo consacra più delle altre, legittimando la sua figura di numero 1 del ciclismo attuale. A ingrandire la figura di Froome ha contribuito anche Vincenzo Nibali. La sua Vuelta è stata ricca di chiaroscuri, ha esaltato in montagna facendo capire di essere il più forte sulle rampe, ha provato a mettere in difficoltà il britannico ma ha anche dovuto fare i conti con il passare degli anni, che sembra aver influito sulla sua costanza di rendimento. Il suo podio è però preziosissimo, è il decimo in 14 grandi Giri disputati, il secondo in questa stagione. Nibali ha dimostrato anche alla Vuelta di possedere quel carattere e quella fantasia che fanno difetto a molti ciclistici di adesso, troppo legati alle macchinette che segnalano energie spese, battiti del cuore, facendo continuamente calcoli che li trasformano in esperti di matematica più che corridori… |