Ancora una volta la Roc d’Azur ha centrato l’obiettivo: anche se non è più l’evento assoluto di fine stagione, la gara di Frejus in Francia è l’ultimo grande momento d’incontro, anzi una Granfondo che ha il pregio di mettere a confronto gli specialisti del cross country con quelli delle Marathon e non è un caso che al termine dei 52 km l’abbia spuntata un corridore ibrido come lo svizzero Nicola Rohrbach (nella foto della homepage), capace di emergere in entrambe le specialità (senza dimenticare il ciclocross…). L’elvetico è uscito vincitore al termine di una gara trasformatasi presto in una vera roulette con corridori che appartenevano al gruppo di testa che improvvisamente sparivano per colpa di forature e altri che risalivano fino alle prime posizioni. Rohrbach ha coperto la distanza in 2h10’18” precedendo di 16” l’austriaco Daniel Geismayr e di 25” il francese Jordan Sarrou. Il miglior italiano è stato Tony Longo, finito settimo a 2’18”, ma nei primi 20 sono finiti anche Riccardo Chiarini 12°), Johnny Cattaneo (15°), Cristian Cominelli (16°) e Andrea Tiberi (19°) in una gara nel complesso sfortunata per i nostri colori visto che a diverse riprese gli stessi Longo e Tiberi ma anche Colledani hanno lottato per il podio. La gara femminile è stata invece un tripudio nazionale con il bronzo mondiale Pauline Ferrand Prevot prima in 1h57’16” (la distanza era di 42 km) con 2’27” su Sabrina Enaux e 5’09” su Lena Gerault con la lituana della Torpado Sudtirol Katazina Sosna sesta a 5’52”. Qui la prima azzurra è stata Cristiana Tamburini, 17esima a 15’57”. Non sono andate meglio le cose nelle prove junior, vinte dal campione europeo, lo spagnolo Jofre Cullell Estape e dalla francese viceiridata Loana Lecomte. Matteo Cucchi ha chiuso 16° a 6’29”, meglio ha fatto Giorgia Stegagnolo, sesta a 3’04”. In chiave italiana le cose erano andate decisamente meglio due giorni prima alla Canyon Roc Marathon, la gara tappa dell’Uci Marathon Series, la prova più lunga della settimana di gare e di mille altre iniziative sulla Costa Azzurra. Qui l’Italia conferma la sua propensione per la specialità portando a casa due prestigiosi podi, con Fabian Rabensteiner e Maria Cristina Nisi. L’altoatesino della Trek Selle San Marco ha lottato a lungo con il campione del mondo, l’austriaco Alban Lakata, alla fine lasciandogli la seconda piazza per 16” mentre la vittoria andava a Geismayr, il bronzo iridato Marathon già nelle settimane precedenti aveva dimostrato di essere l’uomo più in forma del periodo. Notevole la prova anche di Michele Casagrande, che con il 6° posto in una specialità a lui non congeniale festeggiava così nel migliore dei modi l’approdo alla Trek Selle San Marco in quello che è stato il primo botto del ciclomercato. Gradino più basso del podio anche per la Nisi, che così conferma di avere acquisito una dimensione internazionale, facendone una possibile punta azzurra per i Mondiali di casa del prossimo anno, ma stupisce anche la prova della giovanissima Jessica Pellizzaro, finita ai piedi del podio nella gara andata all’iridata danese Annika Langvad con ben 15’23” sulla norvegese Hildegunn Hovdenak, mentre la Nisi ha concluso a 18’26”. Il festival francese si è concluso con numeri record di partecipazione, anche se la cosa che si è notata è l’assenza di più big del solito. Molti hanno già messo in soffitta la Mtb, chi per passare al ciclocross e chi per riposarsi in vista di una nuova stagione che si preannuncia quanto mai interessante, ma avremo tempo e modo per parlarne. |