Con un weekend da sogno, l’Italia chiude riportando in attivo il bilancio nelle classiche del 2017, un doppio colpo firmato da Vincenzo Nibali (nella foto della homepage) e Matteo Trentin che dà fiducia al ciclismo italiano che sta tentando di uscire da una lunga crisi, soprattutto nelle corse di un giorno dove dopo i ritiri di cacciatori come Bartoli e Bettini eravamo diventati quasi desaparecidos, salvo sporadici colpi di Gasparotto e dello stesso Nibali, confermatosi al Lombardia come il corridore attualmente più completo del panorama internazionale. La vittoria dello Squalo al Giro di Lombardia, la seconda a due anni di distanza dalla sua prima firma, è stata contraddistinta da una supremazia totale, espressa dal corridore della Bahrain Merida soprattutto sulle rampe del Cittiglio, quando ha ripreso in men che non si dica l’attaccante francese Thibaut Pinot, suo rivale all’ultimo Giro d’Italia, staccandolo poi in una magistrale discesa, da studiare tecnicamente da parte di tutti i giovanissimi ciclisti italiani. Una vittoria di forza, in solitudine, che spinge il messinese a dare maggiore spazio nella prossima stagione alle classiche. L’occhio è già puntato sulla Liegi-Bastogne-Liegi e soprattutto sul mondiale di Innsbruck, con un percorso adatto alle sue caratteristiche sul quale prendersi la rivincita sulla sfortuna che gli ha tolto un quasi certo oro olimpico a Rio. Per i grandi Giri si vedrà, la Vuelta è quasi sicura, tra Giro e Tour nulla è dato sapere. Il giorno dopo l’impresa di Nibali (ma non va dimenticato il terzo posto di Gianni Moscon sotto nella foto, che appare sempre più come vero cacciatore di classiche anche se la sua casella di vittorie è quasi sguarnita) è arrivato il bellissimo centro di Matteo Trentin alla Parigi-Tours, classica francese alla 111esima edizione che si conclude quasi sempre in volata. Trentin avrebbe potuto anche attendere lo sprint, invece con la sua squadra, la Quickstep Floors che lascerà a fine stagione, ha congeniato una splendida tattica andando in fuga nel finale con il compagno di colori olandese Terpstra e il danese Andersen, rimasto schiacciato nella morsa dei due. Trentin ha fatto quest’anno un salto di qualità eccezionale, al contrario degli altri sprinter sa vincere anche con altre soluzioni, il prossimo anno potrà ambire a ruoli di capitano in alcune classiche, prima fra tutte la Milano-Sanremo, da preparare con cura certosina. Con i tre citati corridori, ma anche con Colbrelli, Viviani (che in estate ha raccolto vittorie di prestigio anche in appuntamenti del World Tour) e il promettente Bettiol finalmente possiamo avere corridori ambiziosi nelle classiche d’un giorno, che hanno scritto la storia delle due ruote. In attesa che dai più giovani emergano atleti con il carattere abbastanza forte da imporsi prima nelle loro squadre e poi all’esterno. |