Andata in archivio la temuta tappa dell’Etna, montagna che ha partorito il classico topolino lasciando la classifica quasi intatta almeno per quel che riguarda i favoriti, è tempo di fare un primo punto della situazione al Giro d’Italia del centenario. La corsa rosa sembra vivere una prima parte sonnacchiosa, con i big che sembrano controllarsi ma che più probabilmente affilano le armi e limano la forma in vista delle tappe dove bisognerà mettersi in mostra. Ecco così che Vincenzo Nibali, tenendo fede alla sua verve di attaccante, sull’Etna ha provato un allungo, ma era chiaro che era più una verifica delle proprie condizioni che un attacco vero e proprio, d’altronde il vento contrario ha consigliato di non spendere troppe energie a caccia di pochi secondi. Quintana dal canto suo non si è ancora praticamente visto e questo fa ancora più paura perché significa che il colombiano sta correndo con la testa, conscio di non doversi spremere troppo pensando anche al Tour de France. Giro noioso? Assolutamente no, anzi le prime giornate hanno offerto spunti interessanti (tradotto attacchi) da possibili outsider. Un esempio è Ilnur Zakarin, il russo della Katusha che è il tipico corridore da Giro, nel senso che nel resto della stagione non si vede tantissimo: rimasto attardato nelle prime tappe ha sfruttato al meglio la scalata dell’Etna sfuggendo al controllo dei big e riguadagnando quella manciata di secondi persa e si sa che al Giro anche pochi secondi possono fare la differenza. Bravissimo poi lo sloveno Polanc, che già aveva portato a casa in passato la scalata rosa dell’Abetone e che ha confermato di essere corridore performante sulle salite, specie partendo da lontano. Meno brillanti al momento il basco Landa e l’olandese Kruijswijk, ma guardando la classifica stupisce come nelle prime 16 posizioni siano ben 4 i tulipani presenti: Tom Dumoulin, Bauke Mollema, lo stesso Steven Kruijswijk e Wilco Kelderman e almeno i primi tre sembrano pienamente in grado di lottare quantomeno per il podio. Obiettivo che non sembra alla portata del lussemburghese Bon Jungels, che comunque ha portato alla Quick-Step la maglia rosa e questo è già un grande risultato e potrebbe anche difenderla fino al Blockhaus, la scalata abruzzese che presumibilmente dovrà dire quelle parole che l’Etna non ha detto… Fino allora spazio ai velocisti (e il fatto che finora ogni volata sia stata incerta è certamente un merito) e agli attaccanti da lontano, coloro cioè che rendono ogni giornata del Giro un autentico spettacolo. |