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CASSANI E I TANTI DUBBI OLIMPICI
di CicloZeman
Mancano ancora mesi alle gare olimpiche, ma quel che è già certo è che saranno mesi di atroci dubbi per il Ct Davide Cassani nella scelta del quintetto che gareggerà nella prova su strada, sabato 25 luglio. Una gara attesissima, che nelle speranze di tutti i tifosi italiani dovrà restituire a Vicenzo Nibali quel che la sfortuna gli ha tolto quattro anni fa a Rio, quando cadde rovinosamente in discesa quand’era lanciato verso una medaglia, fors’anche quella d’oro. Lo Squalo è il cardine della formazione azzurra, una delle pochissime che potrà avere pieni effettivi, ma chi potrà avere al suo fianco e in suo supporto e soprattutto che tipo di squadra potrà allestire Cassani?

Il percorso di Tokyo, pur tecnicamente diverso da quello brasiliano, è annunciato come estremamente difficile, per passisti-scalatori. La scalata al mitici Yokohama selezionerà al massimo le forze in campo, poi ci saranno una trentina di km per concretizzare quel che si sarà fatto in salita oppure per cercare di rimischiare le carte, quindi costruire una squadra attrezzata è estremamente complicato. Poi ci si mettono di mezzo anche gli astrusi regolamenti dell’Uci a complicare le cose. In che senso? E’ presto detto…

L’Uci ha imposto a tutte le discipline sportive di limitare al massimo il numero delle iscrizioni per rimanere sotto il tetto dei 10.000 partecipanti complessivi. Nel regolamento olimpico dell’Uci è quindi scritto che i partecipanti alla cronometro individuale dovranno essere scelti fra coloro che già avranno preso parte alla gara su strada. L’Italia avrebbe una buona chance di medaglia con Filippo Ganna, sul podio iridato lo scorso anno e in evidente crescita, ma questo significherebbe imporre a Cassani di schierarlo anche nella gara in linea. Ganna potrebbe anche rivelarsi utile nella prima metà gara come elemento di contenimento per far riposare gli altri, ma il primatista mondiale dell’inseguimento avrà nel suo programma olimpico anche la prova dell’inseguimento a squadre dove avrà le sue più concrete possibilità di medaglia e fargli fare due gare precedentemente sarebbe forse troppo. L’interpretazione del regolamento potrebbe anche consentire a Ganna di gareggiare solo in cronometro e pista, ma questa arriverà dopo, quindi difficilmente l’Uci accoglierà una simile proposta.

Detto di Ganna e Nibali (che farà anche la cronometro), chi saranno gli altri tre? Sicuramente corridori in grado di supportare lo Squalo nella gran parte della gara in salita, ma serviranno corridori capaci sia di aiutare che, nel caso, di giocarsi le proprie carte perché affidarsi solamente a Nibali sarebbe un rischio, in una corsa dove, a differenza di tutte le altre del calendario ciclistico, Mondiale compreso, non conta solo chi vince ma chi arriva nei primi 3. Un’altra incognita è costituita dalle scelte dei vari corridori: Nibali ha già detto di puntare sul Giro per poi concentrarsi sull’appuntamento olimpico con una preparazione mirata, altri come Aru andranno al Tour, che si concluderà appena 13 giorni prima della gara nipponica.

Già, Aru: Cassani conta molto sul recupero del corridore sardo che da parte sua vorrebbe tanto far parte della spedizione. Aru si è detto pronto a mettersi a disposizione di Nibali, sarebbe sicuramente un ottimo acquisto se non fosse che le sue caratteristiche sono molto simili a quelle del siciliano e non offrirebbe una valida alternativa. La sensazione è che Cassani si trovi a dover fare i conti con una squadra un po’ bloccata, senza grandi alternative strategiche, in una corsa che d’altronde potrebbe anche privilegiare scalatori “sui generis” come il francese Alaphilippe (vero e proprio favorito della corsa per le sue caratteristiche e il tipo di percorso, ma bisognerà vedere come uscirà dal Tour), lo spagnolo Valverde all’ultimo grande appuntamento della carriera, l’emergente belga Evenepoel in grado di mettere tutti d’accordo. Nibali avrebbe bisogno di staccarli tutti non avendo a disposizione grandi possibilità in volata, chi potrebbe dargli una mano ed eventualmente sostituirlo nell’atto decisivo?
Come si vede, i problemi sono tanti, una strada lastricata d’insidie fino al 25 luglio, la data fatidica, quel traguardo che da solo vale tutta una vita sportiva. Non solo per chi vince, ma anche per chi deve pilotarlo verso l’arrivo: non vorremmo essere nei panni del grande tecnico faentino…

Credito foto homepage: coni.it

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