Teniamo Duro
Senza un pool di esperti e una schiera di luminari dotati di algoritmi e diagrammi di ogni razza e forma, non ci si sente più liberi di decidere nulla. Una emergenza è tale se ha un inizio e una fine ma il ritorno alla normalità non si intravede ancora purtroppo. Stesso dicasi per le Gran Fondo! Randonnée a fine giugno e gran fondo da ottobre? Perchè i ciclofondisti sono forse untori?! Non ci saranno più partenze uniche e griglie numerate? Perchè i ciclofondisti non possono rispettare le distanze sociali in quei frangenti?! Non ci saranno più lunghi e vocianti pasta party?Perchè i ciclofondisti sono diversi da quelli che vanno al ristorante?! Sparirà l'agonismo? Perchè il covid19 dipende da quello?! Lo sappiamo bene, non riusciranno a condircela con "importante è la salute!" o "quel che conta è rilassarsi e divertirci" quando per anni abbiamo tritato gomme e asfalti in ogni condizione climatica solo per mettere mezza ruota davanti al rompiballe di turno o fregiarci del pedale più veloce del nord delle valli. Non ci riusciranno a mandarci su di una torre di ricordi e di "una volta" e farci buttare via il chip. Pensiamo al contrario che il mondo che lavora intorno al nostro hobby preferito capirà prima di noi dove andare e cosa fare. Pensiamo che dopo l’Impero Romano è venuto il Medio Evo ma anche il Rinascimento. La riflessione, conseguenza della paura, può avere risvolti positivi, rimettere talvolta in ordine una comunità tempestata di informazioni e bisogni non sempre nel giusto ordine. Ma non può stravolgerla! Cosa è giusto e cosa non lo è? Siamo ciclisti e non filosofi, però qualcosina siamo tutti convinti l’abbiamo capita! Il format giusto delle gare o delle manifestazioni o anche solo delle giornate passate con altri a fare sport si troverà nel rispetto di tutti. Non importa da che parte stai, tutti conosciamo la bellezza della bici: libertà e amore per ciò che ci circonda… meglio se con qualche amico avversario.