La stagione ciclistica femminile ha messo il punto. E' quindi arrivato il momento dei consuntivi. Il 2018 è stato indubbiamente l’anno dell’Olanda, la medaglia d’oro mondiale di Anna Van Der Breggen è stata la ciliegina sulla torta di un dominio totale, che nel World Tour si è tradotto in 14 vittorie, pari a oltre il 63% del totale, cifre che la dicono lunga dello strapotere arancione nel settore.
Parlando del World Tour è necessaria una premessa: la struttura del circuito, attraverso il quale si snoda tutta l’attività principale del ciclismo femminile, non è più al passo con i tempi. C’è un’evidente sproporzione a favore delle prove di un giorno, nelle gare a tappe solamente il Giro d’Italia supera la settimana, la maggior parte delle prove non va oltre i 3 giorni di gara. In un periodo di grande espansione dell’attività femminile, con la richiesta sempre più stringente di coinvolgere tutte le squadre del World Tour maschile affinché abbiano una sezione riservata anche alle ragazze, è più che mai necessario che anche il calendario si avvicini il più possibile, proponendo almeno un altro grande evento a tappe com’era il Tour de France femminile del secolo scorso.
Tornando ai risultati dell’anno, in questo mare arancione la parte del leone l’hanno fatta Anna Van Der Breggen, che oltre all’oro mondiale porta a casa ben 4 classiche, e Annemiek Van Vleuten, confermatasi la più forte nelle corse a tappe (suo sia il Giro d’Italia che il Boels Ladies Tour olandese) ma che ha mancato l’appuntamento con l’iride su un percorso che sembrava a lei particolarmente congeniale. Colpisce però il fatto che tutte le big olandesi abbiano trovato modo di emergere, tra di esse anche Marianne Vos, da molti considerata la più forte e tornata ad essere regina nell’estate. Ora impegnata nel ciclocross, la Vos promette un 2019 da assoluta protagonista con classiche e Mondiale nel mirino.
In chiave italiana è stata un’annata in chiaroscuro, ma che ha avuto nella ritrovata Marta Bastianelli il suo faro. La vittoria alla Gand Wewelgem e ancor più il titolo europeo conquistato a Glasgow ne fanno la ragazza copertina del 2018, in un anno nel quale Elisa Longo Borghini, la numero 1 azzurra, ha corso tanto senza però trovare mai l’acuto giusto. Per ben 7 volte la portacolori della Wiggle High5 è stata la miglior italiana in prove del World Tour, mancando però nelle gare che avevano percorsi a lei più confacenti. Ci sono però alcuni segnali positivi da considerare, come il notevole numero di volte nelle quali le giovani azzurre, come Sofia Bertizzolo per fare un nome, sono riuscite a conquistare il primo posto nella categoria Giovani, sia nelle gare in linea che a tappe. Oppure l’esplosione di alcuni nomi nuovi, come Erica Magnaldi frutto dell’attività nelle Granfondo e rivelatasi una delle più forti scalatrici in campo internazionale. I presupposti per far bene nel 2019 ci sono tutti, anche a dispetto del “moloch” arancione contro il quale ci si dovrà continuamente scontrare.
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