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TUTTI CONTRO LA MITCHELTON SCOTT
di CicloZeman
Dopo dieci giorni il Giro d’Italia, ancora in lento avvicinamento alle Alpi, ha già detto molto e soprattutto ha dato responsi inaspettati alla vigilia. Il primo è che la squadra più forte della corsa rosa è la Mitchelton Scott e questo decisamente è un fatto inatteso, perché seppur nella stagione i risultati non erano mancati per la multinazionale, in pochi si sarebbero aspettati una tale forza d’urto. Alla vigilia si guardava con sospetto alla coesistenza fra Esteban Chaves (8 in pagella) e Simon Yates (9), invece la loro superiorità è stata finora tale da portarli nelle prime due posizioni in classifica. Il rischio è che la loro forza gli si ritorca contro perché è chiaro che col passare dei km uno dei due dovrà rinfoderare le sue ambizioni a favore dell’altro e in questo momento il britannico, brillante per tutto l’anno, sembra avere qualcosa in più.
 
Le scalate dell’Etna e del Gran Sasso hanno regalato grande spettacolo, ma non hanno certo rivoluzionato la classifica se nello spazio di poco più di due minuti sono ancora 9 corridori. Fra questi però non ci sono due grandi attesi, Chris Froome (6 di stima) e Fabio Aru (4). Il britannico del Team Sky, più che le note vicende sembra soffrire una sorta di legge del contrappasso, tradottasi in un’incredibile sfortuna accanitasi contro di lui e in particolare contro il suo fianco destro, ammaccato da ripetute cadute. Il suo distacco è pesante, 2’27” ma da qui a sentenziarlo già battuto ce ne passa. Se il Team Sky riuscirà a inventarsi qualcosa per riportarlo più in alto in vista delle cronometro e se ritroverà la gamba dei giorni migliori, Froome ha ancora la possibilità di incidere sulla corsa. Diverso il discorso per Aru, che non pare aver trovato la brillantezza ricercata alla vigilia e a questo punto sorgono dubbi sulla sua preparazione, incentrata sul Giro ma che non ha mai dato segni di miglioramento. Il distacco è di 2’36” ma né lui né l’Uae Team Emirates sembrano soprattutto crederci ancora.
Ben diverso il discorso per Tom Dumoulin (7,5) il campione uscente che era partito a spron battuto ma poi ha subito forse anche più del previsto la baldanza degli “Scott Boys”. L’olandese non è mai stato così brillante in salita, ma potrebbe pagare lo scotto di affidarsi troppo alla sua superiorità a cronometro, l’impressione è che anche in salita debba lasciare il segno se vuol vincere. L’olandese è a 38”, davanti a Thibaut Pinot a 45” e a Domenico Pozzovivo a 57”. Il francese della FDJ (7) dà l’impressione di non aver ancora espresso tutto il suo potenziale e sulle Alpi potrebbe davvero far saltare il banco, anche più del lucano della Bahrain Merida (7) che dal canto suo è apparso tra i favoriti quello che ha lo scatto più bruciante quando la strada si rizza sotto le ruote, ma deve trovare anche il momento buono per piazzare lo spunto e questo aspetto, del quale il suo capitano Vincenzo Nibali è maestro, non è nelle sue peculiarità.

Attenzione poi a due nomi: uno è Richard Carapaz (8) che ha già messo la sua firma sul Giro con la vittoria a Montevergine scrivendo una pagina storica dando il primo successo in un grande Giro a un ecuadoriano. L’altro è Michael Woods (7), canadese che si era già messo in mostra con la piazza d’onore alla Liegi-Bastogne-Liegi e che sotto traccia è ancora nei primi 10. Se riuscirà a tenere, potrebbe anche salire ulteriormente in classifica.
Credito foto: http://www.cyclingnews.com/

Credito foto homepage: http://www.cyclingnews.com/

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