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UN RECORD PER ANDARE LONTANO
di Gabriele Gentili
Il record italiano in maratona di Eyob Faniel ha preso molti alla sprovvista: si sapeva che il campione veneto di origine eritrea fosse in forma, lo aveva dimostrato poche settimane prima sempre a Siviglia sfiorando il primato nazionale sulla mezza (oltretutto aggiudicandosi la gara, una prova del World Athletics Road Label, cosa rarissima per un atleta nostrano) e si pensava che riuscisse sì a ottenere il minimo per le Olimpiadi (2h11’30”), ma il pupillo di Ruggero Pertile è andato ben oltre, dimostrando che l’esperienza di allenamento vissuta nella “sua” Eritrea e conclusa proprio prima di arrivare a Siviglia era stata quella giusta.
 
Poi, appena tornato, il vuoto: esplosa la pandemia, Faniel si è fermato come si sono fermati tutti gli sportivi: “Un’esperienza strana, che per certi versi mi ha fatto tornare alla mente la mia infanzia ad Asmara, quando dovevamo rintanarci per le bombe, saltando la scuola e rimanendo nell’inerzia assoluta, aspettando. Non poter correre è stata durissima, ma ho potuto apprezzare il tempo con mia moglie e mia figlia, recuperando quello perso per inseguire i miei sogni sportivi”
 
Quanto hai potuto allenarti durante il lockdown?
 
” Quasi nulla: avevo il permesso di andare al campo di Bassano del Grappa come atleta d’interesse nazionale, ma non c’era l’atmosfera giusta, allenarsi mentre la gente era rintanata in casa, impaurita, magari anche arrabbiata per presunti privilegi. No, allenarsi così non serviva. Mi sono tenuto attivo sul tapis roulant, ma con parsimonia, per evitare infortuni.”
 
Torniamo a un momento più felice, il record di Siviglia: vedendo la tua gara si è avuta la sensazione che la capacità di correre a quel ritmo così costante, se in una grande maratona con le lepri limita le aspirazioni, in una prova con titolo in palio (con pochi atleti della stessa nazione e senza lepri) sia un’arma in più per allargare le proprie ambizioni: con quale spirito allora ti avvicini alla gara olimpica?
 
” Sicuramente il cambiamento che si è visto negli ultimi tempi è dettato dal fatto che abbiamo lavorato molto sulla velocità senza trascurare la resistenza e quindi sono molto fiducioso per le gare internazionali soprattutto senza lepri, penso di poter far molto bene e il rinvio di un anno dei Giochi potrà giovarmi, in termini di esperienza. Saranno le mie prime Olimpiadi, è chiaro che devo capire bene che gara sarà ma anche che manifestazione sarà, l’impatto emotivo, per questo guardo anche ai Mondiali sulla mezza, visto che sono stati posticipati. “
 
Lottare da pari a pari con i migliori etiopi e kenyani è secondo te possibile e che cosa ti manca ancora per riuscirci?
 
 Chiaramente mi manca ancora un po’ di esperienza, kenyani, eritrei e ugandesi sono davvero forti. Andando in Kenya e in Eritrea ho imparato molto, ho capito come si allenano da ogni punto di vista, ho visto che anche loro si stancano; ho imparato tante tecniche, ho capito che in certi momenti riescono a recuperare correndo. Questo significa che durante una gara arrivano frangenti dove bisogna calare un po’ il ritmo per recuperare le energie e poi ripartire più forte. Secondo me niente è impossibile, è una battaglia che si può combattere senza partire sempre battuti. “
 
Non hai avuto paura di confrontarti con i grandi in una maratona internazionale come quella di Siviglia: per un atleta ambizioso, quanto conta scegliere una maratona all’estero invece di una italiana?
 
 Economicamente parlando sarebbe sicuramente meglio gareggiare in Italia perché hai più visibilità, fa piacere anche all’organizzazione avere un atleta di casa che corre e vince nel nostro Paese. Io però volevo una gara veloce, puntavo al minimo olimpico, volevo confrontarmi con atleti di altro livello e così ho fatto. Ho sempre scelto gare importanti soprattutto sulla mezza per correre al massimo rimanendo attaccato ai più forti. Per me scegliere una maratona all’estero è stato molto importante. 
 
Tu sarai a Tokyo parte della grande sfida fra Kipchoge e Bekele: chi preferisci dei due e perché?
 
” Non credo di avere preferenze, penso che siano entrambi atleti di grandissimo livello, se la giocano, hanno fatto storia, sarà una bella sfida ma ci saranno anche altri atleti per il podio. Una gara così è particolare, poi le Olimpiadi cadono in un periodo per preparare il quale sia in Kenya che in Etiopia hanno più difficoltà ad allenarsi, in quanto piove tanto ed è tutto fangoso, sono sicuro che sarà più difficile anche per loro e si rimescoleranno le carte.”

Credito foto: profilo FB

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